E Alitalia deve decidere sui conti

La ricapitalizzazione è pronta al decollo. L'operazione che dovrà portare un boccata d'ossigeno alle sofferenti casse dell'aviolinea entra infatti in un fase di snodo in vista del termine di fine anno imposto dall'Unione europa: entro fine dicembre infatti dovrà essere condotto in porto l'aumento di capitale e l'azionista di maggioranza, il Tesoro, dovrà scendere sotto il 50%. Il primo appuntamento è per oggi, con la riunione del consiglio di amministrazione. All'ordine del giorno ci sono i conti relativi al 30 settembre 2005 e l'aumento del capitale sociale in esercizio della delega conferita dall'assemblea degli azionisti dello scorso 29 luglio. Il tutto con gli occhi sempre puntati sulle banche dalle quali si attende il via libera alla costituzione del consorzio di garanzia sul collocamento dell'aumento di capitale. Su questo fronte, sono stati giorni fitti di colloqui e di incontri tra i tecnici del Tesoro e i rappresentanti degli istituti di credito. Dopo un lungo lavoro propedeutico, la costituzione del consorzio dovrebbe essere formalizzata entro la prossima settimana. Grossi intoppi, assicurano fonti finanziarie, non dovrebbero più essercene. Ormai assodato il ruolo di Deutsche Bank che sarà global coordinator dell'operazione mentre Banca Intesa ha finalmente scoperto le carte, venerdì scorso, annunciando una sua partecipazione al consorzio con un impegno che si attesterà intorno ai 100 milioni di euro. Alla base della decisione dell'istituto guidato da Corrado Passera, sta la valutazione positiva del nuovo piano industriale e il lavoro del management definito apprezzabile. E ora si guarda alle mosse degli altri istituti. La lista dei potenziali partecipanti al consorzio è ampia, anche se ha visto, sempre nei giorni scorsi, defezioni come quelle del Monte dei paschi di Siena. Si parla di Capitalia, che però avrebbe un ruolo «marginale», di Mediobanca e Unicredit. La compagine parla anche di banche straniere: i nomi circolati in questi giorni sono quelli di Nomura, Dresdner Bank, Bnp Paribas e Société Générale. Nelle sue grandi linee, l'aumento di capitale dovrebbe attestarsi intorno a un miliardo euro, di cui 450 milioni dovrebbero essere garantiti dal Tesoro. Il pool di banche garantirebbe dunque circa 550 milioni, il 50% dei quali sarebbe a carico della capofila Deutsche Bank. Considerando che Banca Intesa «coprirà» 100 milioni, la quota che gli altri istituti dovrebbero garantire si attesterebbe intorno ai 150 milioni. Sempre in settimana poi, sarà un altro consiglio di amministrazione di Alitalia a definire il pricing dell'aumento di capitale. La riunione è prevista per giovedì prossimo e il board, a mercati chiusi, procederà a fissare il prezzo di emissione delle azioni. Dopo questo «step», il comitato per le privatizzazioni valuterà la congruità del prezzo e definirà le modalità della partecipazione del Tesoro all'aumento di capitale. Il decollo della ricapitalizzazione dovrebbe spianare la strada alla certificazione dei conti semestrali da parte dei revisori della Deloitte & Touche. Questi avevano sospeso il giudizio legando il proprio via libera al buon esito dell'aumento di capitale. Secondo i revisori, infatti, «la sussistenza del presupposto della continuità aziendale della società e del gruppo potrebbe ritenersi verificata qualora entro il termine di scadenza dell'impegno assunto dall'istituto finanziario, fosse possibile ottenere le evidenze necessarie a comprovare con ragionevole certezza il buon esito dell'aumento di capitale».