Stefania e le altre contro Pierferdi
«Il Senato è sovrano, ma francamente non vedo motivi costituzionali per rivedere l'impianto della riforma» ha sostenuto Pier Ferdinando Casini, in un'intervista. Altre affermazioni sulle quote rosa attribuite al presidente della Camera, tra i maggiori sostenitori della riforma proporzionale, hanno suscitato proteste del ministro Stefania Prestigiacomo (Casini avrebbe espresso stupore sulla possibilità che il ddl possa esser considerato incostituzionale per il mancato rispetto delle quote di presenza femminili). Il ministro, in una nota, si è detta «sorpresa e colpita negativamente per le affermazioni», definendo la bocciatura dell'emendamento di maggioranza sulle quote stesse «una offesa alle donne italiane». Ne è nata una polemica in cui si sono inserti Francesco Storace, che ha parlato delle necessità di un riequilibrio delle rappresentanze dei due sessi, e Alessandra Mussolini, la quale ritiene che la legge «così com'è non può andare» e non solo per il tema della presenza femminile. «Lo scandalo per la votazione delle quote rosa è più attuale che mai ed ha fatto bene il ministro Stefania Prestigiacomo a stigmatizzare le parole del presidente della Camera», afferma anche Daniela Santanchè, coordinatore delle donne di An.