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Pronta la squadra: Ovi alla Rai, Saraceno ministro

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Il capo del centrosinistra boccia «Porta a Porta»: «È una lotta». E promuove Sky

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E pensa già a come andrà domani. A quello che succederà se tra cinque mesi il centrosinistra dovesse vincere le elezioni. Ci sarà da lavorare. Prodi sa che qui c'è chi gli sarà vicino. Ieri al pranzo organizzato, come ogni anno dalla casa editrice il Mulino, c'erano tutti, gli amici del Professore. Molti di quelli che si incrociavano nelle sale di Palazzo Santa Lucia, in piazza Santo Stefano, proprio a due passi da casa di Prodi, li rivedremo a Roma. Ieri il Professore era praticamente a casa. Con la moglie al fianco salutava e chiacchierava rilassato. Ora, dicono quelli che con lui hanno attraversato l'Italia nella campagna elettorale delle primarie, «il Prof è più forte, è più sicuro» andrà avanti come un treno. Anzi no, forse rispolvererà il pullman. Certo, sarà dura stargli appresso. Ma quelli che mangiavano polenta e salsicce insieme a lui non lo abbandoneranno tanto facilmente. Molti erano con lui già nel '96, altri sono new entry. Con loro Prodi vuole portare avanti il suo progetto, il suo riformismo, «radicale» per natura. Al suo stesso tavolo c'era l'ex rettore dell'università di Bologna, Fabio Roversi Monaco. Prodi ci tiene moltissimo ai temi della scuola e della formazione, si farà dare una mano da lui e da Alessandro Cavalli, sociologo e direttore della rivista «il Mulino» che si aggira con aria da padrone di casa. I fedelissimi ci sono tutti. C'è Arturo Parisi che si aggira soddisfatto, parla con tutti e sfoggia un gran sorriso. Del resto è lui l'uomo delle primarie, e ora si gode pure il riemergere della lista dell'Ulivo che a suo tempo Rutelli fece saltare. Probabilmente si è guadagnato il suo posto a Palazzo Chigi: potrebbe tornare a fare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, come nel '96. Ma il Professore non sta fermo, gira tra i tavoli e incontra i suoi. C'è Salvatore Biasco, economista, Ds, grande esperto di politiche del lavoro. Sicuramente dirà la sua quando si tratterà di rimettere mano alla legge Biagi. Al suo fianco ci sarà al lavoro l'amico di sempre di sempre del Professore, Tiziano Treu, che da ministero ha cambiato il mondo del lavoro italiano già all'epoca del primo governo Prodi, tra modernizzazione e precarizzazione. C'è pure Franco Bassanini, già compagno d'avventura nel '96. Da ministro con la sua legge di riforma dell'organizzazione della burocrazia cercò di semplificare la vita dei cittadini e delle istituzioni. Chissà se Prodi lo vorrà ancora al suo fianco. Certo c'è ancora molto da fare sul tema. I costituzionalisti Leopoldo Elia e Augusto Barbera, che ieri bevevano lambrusco, domani probabilmente saranno occupati a cambiare la riforma costituzionale del centrodestra. Perché il federalismo va bene, ma la devolution e groviglio di poteri al Prof proprio non va giù. Filippo Cavazzuti, che oggi da presidente della cassa di risparmio di Bologna si è concentrato sulla politica economica locale, potrebbe tornare a occuparsi di macroeconomia. Nella squadra del '96 era sottosegretario al Tesoro. La professoressa Chiara Saraceno, intima di Romano e Flavia, darà una mano sulle politiche per le famiglie. Da sociologa cattolica, ma molto «adulta» come direbbe il Professore. Alessandro Ovi rimane appartato, ma forse non timidezze ma sicurezza. Il manager della comunicazione, già con Prodi alla Commissione, da tempo è dato come prossimo direttore generale della Rai. Ma per la comunicazione c'è pure l'amico Edmondo Berselli, editorialista di Repubblica ed Espresso, ascolta e dà consigli. Soprattutto sulla tv. Prodi dice la sua: bisogna andare in televisione a parlare e a spiegare i propri progetti. Senza pregiudizi. Senza paura. «Quando sono andato a "Porta a porta" dopo le primarie - racconta il Professore - è stata una lotta. Sono andato a condizione che fosse possibile parlare». E alla Rai non è sempre facile. Per Prodi da quelle parti «sono tutti troppo coperti e timorosi». Il calcolo delle mosse politiche è indispensabile per non

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