Salta il primo confronto Berlusconi-Prodi

Poi, di primo mattino, la scelta: niente Bolzano. Silvio Berlusconi ha deciso all'ultimo momento di evitare la chiusura della campagna elettorale in Trentino Alto Adige. Anche se l'annuncio era stato dato già da tempo ed era stato confermato proprio qualche giorno fa, il Cavaliere ha preferito glissare e restare a Roma. Impegni di governo, fanno sapere da Palazzo Chigi. Una motivazione fredda e istituzionale. Un po' come le giustificazioni che si davano ai professori quando si marinava la scuola. In realtà, la decisione è dovuta a un incastro di situazioni che si sono sovrapposte. Anzitutto, Berlusconi aveva deciso di andare a Bolzano perché stravede per la coordinatrice locale di Forza Italia. Michaela Biancofiore, 34 anni, alta, bionda, occhi azzurri, prorompente, è stata una delle fondatrici del partito in Trentino. L'ha scoperta Franco Frattini quando si candidò in zona e la volle come sua consigliera. E così l'ha conosciuta anche il premier, rimanendone incantato. Il Cavaliere, poi, convinto della necessità di rinfrescare l'immagine di Forza Italia, ha puntato su alcune giovani donne, piazzandole nei punti chiave del partito. Ed ecco dunque arrivare Beatrice Lorenzin alla guida degli azzurri del Lazio, Mariastella Gelmini in Lombardia, e, appunto, la Biancofiore in Trentino. Michaela, sveglia e spigliata, ha saputo invitare Berlusconi nel modo giusto e così il Cavaliere è piombato a Bolzano in occasione delle scorse amministrative, a maggio, con tanto di barzelletta volgare raccontata in pubblico mimando il gesto del dito medio alzato, ripreso dai fotografi. E lo costrinse anche a festeggiare in piazza la vittoria del candidato sindaco del centrodestra, Benussi, primo per appena sette voti. Vittoria di Pirro quella della Cdl perché in realtà il neoeletto non aveva la maggioranza in consiglio comunale, saldamente in mano da cinquant'anni alla Svp. Che doveva già subire l'onta della sconfitta, figurarsi se poteva sostenere un sindaco di Forza Italia. Benussi è durato poco e adesso si torna alle urne. E riecco la Biancofiore farsi avanti. Berlusconi, si sa, è un uomo di cuore, di entusiasmo, se una persona la senta sua, vicina, si lascia andare. E anche stavolta ha assicurato la sua presenza. Senza sapere che Romano Prodi, certo della vittoria, aveva già prenotato una piazza in città. A questo punto, si è riaccesa la battaglia al vertice di Forza Italia. Alcuni consiglieri del presidente, tutti rigorosamente maschi, non vedono infatti di buon occhio le nuove fanciulle. Le considerano poco adatte, incapaci di guidare il partito, anche nelle realtà locali. Ci mancava solo la guerra dei sessi. E già, ci mancava. E giù con le armi. Questi consiglieri hanno cominciato a fare pressing sul Cavaliere, nei giorni scorsi. Pressing diventato asfissiante nella giornata di giovedì. Alle orecchie del premier è giunto sostanzialmente questo ragionamento: a Bolzano è impossibile vincere, quello di maggio è stato solo un caso. Dunque, andare in Trentino, accettare la sfida con Prodi e perdere sarebbe davvero un brutto inizio per la campagna elettorale. «Silvio, ma ti rendi conto che succederebbe? I giornali suonerebbero la grancassa contro di te, per mesi staranno a dirti che hai già perso con Prodi», ha spiegato un alto esponente di Forza Italia al Cavaliere. E allora Berlusconi c'ha pensato per tutta la notte, poi ha deciso che non ne valeva la pena. Qualche genio del suo entourage aveva pensato anche di inventare la scusa dell'allarme sicurezza: il caso delle minacce di un kamikaze contro il capo del governo è ormai noto. Ma lo stesso premier ha fermato tutti: «Su queste cose non si scherza». Di qui, la scelta di usare l'anonimo «impegni istituzionali». Ma siccome la parola data è data, Berlusconi ha ripiegato su un intervento telefonico: «Io solo lì con voi in spirito e anche con la mia voce voglio portarvi davvero il mio supporto». Il Professore, dal canto suo, se l'è goduta più di tutti: «Io farò purtroppo una visita breve a Bolzano. Ma quella del premier è ancora più bre