L'Unione scoppia nelle città, in Sicilia è crisi

Crepe che emergono dal Piemonte alla Lombardia, passando per l'Emilia Romagna fino ad arrivare in Sicilia. Scosse provenienti soprattutto da realtà locali che proprio alle ultime elezioni amministrative o regionali hanno dato quella nota d'ottimismo alle stesse forze d'opposizione. Segno, quindi, che qualcosa - anche sommersa - sta fermentando all'interno della coalizione. E così a Torino, per esempio, c'è un primo cittadino diessino, Sergio Chiamparino, che in questi giorni non è riuscito a tenere a bada compagni ambientalisti e ecologisti, i cosiddetti «no Tav», perché gente contraria alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Ideologie spesso vicine, diessina e ambientalista, ma che in questo caso mostrano segnali di incomunicabilità. Come a Milano, per dirne un'altra, dove c'è un centrosinistra in continua ricerca di un candidato a sindaco, dopo aver incassato una serie di «no» da parte di alcune personalità, a partire dall'ex ministro, Umberto Veronesi, ora gioca la carta del prefetto Ferrante che ieri si è dimesso per correre verso palazzo Marino suscitando paluso e polemiche. C'è poi Bologna che in queste ultime ore è particolarmente animata da uno scontro politico all'interno della stessa coalizione di centrosinistra. Com'è noto il primo cittadino, Sergio Cofferati, e buona parte di Prc non riescono più a capirsi, se così possiamo dire. Ma la scossa tellurica più forte si sta registrando in Sicilia. Un sisma che ha interessato i vertici romani dell'Unione a tal punto che ieri, il leader della Margherita, Francesco Rutelli, ha «liquidato» il suo compagno di partito, Leoluca Orlando perché non ha espresso «lealtà» alla Margherita. Tutto nasce dalla travagliata fase che sta vivendo il centrosinistra siciliano per tirare fuori un candidato da contrapporre a Salvatore Cuffaro alle elezioni di primavera per la presidenza della Regione Siciliana. Dopo una serie di «no» giunti da Pippo Baudo o dall'ex ministro Sergio Mattarella, in campo attualmente ci sono due candidature che dovrebbero sfidarsi per le primarie del 20 novembre. Ferdinando Latteri, candidato della Margherita, e Rita Borsellino, sostenuta da Prc, Verdi, Pdci e Sdi. Ebbene, Orlando sponsorizza la sorella del magistrato ucciso nel '92 dalla mafia. Da qui la lettera di Rutelli a Orlando, escludendolo dalla direzione del partito. Intanto, ritorna alla ribalta il nome di Enzo Bianco, come anti-Cuffaro. Intanto l'eurodeputato Ds, Claudio Fava, ha appena suggellato il sostegno a Borsellino. Dice l'europarlamentare della Margherita, Luigi Cocilovo: «Orlando ostacola ogni elemento della Margherita e nasconde l'obiettivo di avere più spazio». Non parla l'ex sindaco di Palermo. Ma attraverso una nota comunica: «Il professor Orlando - si legge nel testo - attende di sapere se la posizione espressa individualmente da Francesco Rutelli è condivisa dagli organi collegiali del partito e, in tal caso, si riserva ogni decisione ed azione conseguente agli evidenti problemi di agibilità politica e di libertà di espressione che esistono all'interno della Margherita, il cui nome completo, è bene ricordarlo, è "La Margherita - Democrazia è libertà"». Con Orlando si schierano gli ulivisti di Arturo Parisi, che tornano ad attaccare la maggioranza Dl sulle gestione del partito e la democrazia interna. La scelta di Latteri non piace ai Ds, irritati con Rutelli e Franco Marini per come hanno condotto la partita. Tra i due maggiori alleati del centrosinistra la tensione è alta. I margini per un accordo sono risicati e infatti in serata la Quercia decide di sostenere la Borsellino alle primarie. In risposta il vicepresidente dell'Assemblea regionale Vladimiro Crisafulli ha abbandonato i lavori della direzione regionale dei Ds criticando la candidatura di Borsellino.