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SULLA proposta di legge ex Cirielli la Cdl non forza la mano.

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Nella maggioranza, in molti sostengono che sarebbero state le perplessità dell'Udc a «rallentare» l'azione. Altri invece spiegano che nessuna decisione verrà presa prima dell'incontro che dovrebbe esserci domani al Quirinale tra il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi e il premier Silvio Berlusconi: un faccia a faccia nel quale si dovrebbero affrontare diverse questioni scottanti, come l'ex Cirielli appunto, ma anche come la legge elettorale, la par condicio, la data delle elezioni. «Fino ad allora — spiega un esponente di spicco della maggioranza — sarà difficile prevedere cosa potrà succedere. Se verranno fatte delle osservazioni di merito sul provvedimento è molto probabile che si arrivi ad una modifica. Altrimenti il testo potrebbe essere approvato anche la prossima settimana». L'ultima conferenza dei capigruppo di Montecitorio infatti ha calendarizzato la cosiddetta «salva-Previti» per l'8-9 novembre. Ma non è detto che non possa slittare ancora. Per la prossima settimana nel calendario dei lavori parlamentari sono stati inseriti altri due decreti, uno dei quali, quello contro l'aviaria, sarà difficile che possa «scivolare» al secondo posto per fare posto all'ex Cirielli. «Ci farebbero a fettine — spiega un deputato di FI — se chiedessimo l'inversione dell'ordine del giorno con un provvedimento come quello dell'aviaria». Ma non importa quando potrà essere esaminato, spiegano ancora in casa di Forza Italia, perché la proposta di legge che dimezza i tempi di prescrizione dei reati potrebbe essere esaminata dalla Camera anche durante la Finanziaria visto che non è una norma che comporta spese. L'unica cosa certa, sottolineano, è che si farà. Quando non importa. Ma prima della fine della legislatura senz'altro. Berlusconi, aggiunge ancora l'esponente della Cdl, «su questo non molla...». E invece il premier, forse proprio in vista dell'incontro di oggi, in una riunione dedicata alla Finanziaria manifesta ai leader della Cdl nel pomeriggio l'intenzione di «non voler morire su quella legge». In attesa che la situazione si chiarisca, l'Udc prende tempo. Il neo segretario Lorenzo Cesa riunisce tutti i deputati e nel corso di una riunione fiume fa il punto sul testo. Alcuni come Bruno Tabacci ribadiscono le riserve su una proposta di legge che difficilmente potrà essere digerita dall'opinione pubblica. Altri invece difendono il testo. Alla fine la posizione del partito viene affidata ad un comunicato di 12 righe letto davanti ai cronisti dallo stesso segretario. Una nota nella quale si spiega che i centristi sono contrari a modificare il calendario dei lavori parlamentari per anticipare l'esame del provvedimento e sono pronti a presentare, qualora si renda necessario, una proposta di modifica per eliminare quei dubbi di incostituzionalità che potrebbero essere sollevati anche dal Quirinale. In più esprimono un sostanziale apprezzamento per una proposta di legge che non solo hanno già votato tre volte tra Camera e Senato, ma che definiscono anche idonea «a garantire l'attuazione del principio della ragionevole durata del processo attraverso l'introduzione dei tempi certi sulla prescrizione dei reati». Sul fronte alleati dunque non dovrebbero esserci sorprese. An è disposta da tempo a votare la cosiddetta «salva-Previti». Tanto che nei giorni scorsi il capogruppo alla Camera Ignazio La Russa aveva dichiarato di essere «pronto a morire» per vedere approvata una norma che considera «buona ed equa». E anche la Lega non ha mai fatto mistero del suo sì. Sebbene oggi il ministro della Giustizia Castelli abbia sottolineato che l'ex Cirielli «non è certo una legge che gli si può attribuire» («ho fatto ben altre riforme, io...»).

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