«Legge elettorale, non ci saranno modifiche»
Il leader di An, dopo le parole che sabato sembravano aprire a modifiche, ha spiegato che se è vero che il Senato valuterà con «lo stesso scrupolo» della Camera la riforma, è altrettanto vero che non vi sarà bisogno di modificare una legge sulla quale il vicepremier non vede profili di incostituzionalità. Ma su questo tema, per un esponente della maggioranza che «chiude», un altro sembra non escludere aggiustamenti «tecnici». Lo fa Carlo Giovanardi osservando che se c'è da mettere mano alla legge è meglio farlo ora piuttosto che dopo «censure». Un riferimento non troppo indiretto al ruolo che potrebbe svolgere il Quirinale, anche se il suo collega di partito Francesco D'Onofrio, presidente dei senatori Udc, afferma con sicurezza di «non vedere motivi di incostituzionalità». Ma il rischio c'è, e nella CdL si confrontano due tesi: c'è chi preferirebbe sapere e intervenire subito per evitare il ritorno in Parlamento della legge; e chi invece preferirebbe approvare in tempi rapidissimi la legge così com'è, per avere più tempo per intervenire in caso di rinvio alle Camere. Con sullo sfondo di entrambe le tesi, un ipotetico rinvio delle elezioni rispetto al 9 aprile, data questa gradita al Quirinale. Ma il tema della legge elettorale non è stato l'unico affrontato ieri dal leader di Alleanza Nazionale, arrivato a Torino per la tappa piemontese di «Iter Italiae», il tour nazionale di An. Fini ha anche parlato delle primarie, spiegando che la Cdl «farà le primarie la prossima primavera con gli italiani, non con i tifosi. E chi avrà ottenuto un voto porrà la sua candidatura per Palazzo Chigi. Il tutto in un clima di leale e utile competizione». «An — ha continuato Fini — è impegnata in una controffensiva d'autunno per smentire le grossolane bugie del centrosinistra sull'operato del governo. Con il centrodestra, la quota delle famiglie italiane sotto la soglia di povertà è scesa dal 12% all' 11,7%, è cresciuto il numero degli occupati, i redditi sono aumentati molto di più dell'inflazione. Tutto questo è successo anche se ci siamo trovati in una delle situazioni economiche più difficili dell'ultimo trentennio». «Se — ha aggiunto Fini — vincerà Prodi, la legge Biagi sarà modificata o, addirittura cancellata, come vuole l'area radicale della sinistra, l'effetto sarebbe la diminuzione del numero degli occupati. E la stessa sinistra più radicale renderebbe problematica, in Italia, la gestione dell'ordine pubblico e della sicurezza». Infine Fini è intervenuto anche sulle polemiche sui tagli alla Finanziaria che, secondo il vicepremier, non sono tali da mettere a rischio i servizi sociali. Pur riconoscendo che negli ultimi anni il governo ha «ripetutamente ridotto gli stanziamenti agli enti locali», ha invitato Regioni, Comune e Province a «compensare i tagli con politiche più oculate e rigorose». «Molti sindaci — ha affermato Fini — dicono che il governo di centrodestra ha imposto loro di ridurre la qualità dei servizi sociali, ma è una bugia propagandistica. I tagli possono venire compensati intervenendo sul proliferare di consulenze e di iniziative di carattere diplomatico: come ministro degli Esteri, ho incontrato rappresentanti degli enti locali negli angoli più sparsi del pianeta». An, ha annunciato Fini, sta preparando un «libro bianco sulle spese inutili». «Ditemi voi — ha detto il vicepremier — come si possono definire se non spreco i 25-30 mila euro spesi dal comune di Terni per una consulenza su "come si fa a raggiungere la pace" o quella di un altro comune per un "decalogo della perfetta tintarella". E che senso aveva la presenza, negli Stati Uniti, delle Comunità montane alle feste per il "Columbus day?"». «In tempo di vacche magre — ha concluso Fini — ci sono spese "allegre" che vanno eliminate, per rispetto del denaro del contribuente».