Soru, l'altra bomba a sinistra dopo Cofferati
Il governatore sardo batte cassa al Tesoro e prepara una manovra che spacca l'Unione
Renato Soru, l'inventore di Tiscali che si è innamorato improvvisamente della politica diventando presidente della giunta sarda, sta per fare esplodere un nuovo caso Cofferati: un uomo solo al comando, in rotta "sui valori della sinistra" con le truppe e i partiti che lo hanno eletto. La pietra dello scandalo, questa volta, non sono immigrati e difesa della legalità, ma la finanziaria dell'isola. Se Soru minaccia di pignorare la scrivania di Tremonti pur di strappare a Roma qualche euro in più - dicono Ds & C. - vuol dire che nelle casse della Regione non c'è rimasto più nulla. E dopo una finanziaria regionale 2005 di lacrime e sangue, quest'anno andrà anche peggio. Ci saranno tagli per tutti e a pagare saranno anche le fascie più deboli. «Inacettabile», avevano detto già a inizio di quest'anno diversi assessori del centrosinistra, arrivati a minacciare le dimissioni per salvare il budget limato dall'ultima finanziaria (approvata in forte ritardo). Nei giorni cruciali della legge di bilancio, molti esponenti dell'Ulivo avevano preso le distanze dal governatore «rosso». E dopo avergli organizzato contro decine di manifestazioni sotto gli uffici della Regione, con migliaia di operai, agricoltori, circoli culturali e associazioni sportive lasciate senza un soldo, i leader locali della sinistra l'avevano promessa: mai più il voto a un candidato che si definisce di sinistra ma poi non ne rispetta i valori fondamentali. Soru però non ha fatto una piega. Dopo aver stravinto le regionali su un centrodestra dilaniato dalle lotte interne, ha approvato una manovra regionale durisima: disavanzo tagliato del 52%, cancellati 50 enti considerati inutili, ridotti i consulenti, limati i budget di associazioni culturali e sportive. Naturale il disagio, soprattutto in settori che da sempre danno da vivere a migliaia di cittadini sardi, come la formazione professionale. Quella del 2005 era però la prima legge finanziaria del nuovo governatore. E in fin dei conti, un po' di pulizia nelle piegh di un bilancio massacrato da prebende e privilegi concessi negli anni da tutti i governi (di destra e di sinistra) era in un certo senso attesa. Ma questa volta no. Se Soru riproporrà una manovra "distante" dalle aspettative dei commercianti, degli operai e in genere dei cittadini, i partiti che fin ora ne hanno malsopportato la presidenza sono pronti a metterlo con le spalle al muro. «Non è sufficiente dire che si è tagliata la spesa per dimostrare che si è fatta una buona manovra», avevano protestato ai tempi dell'ultima finanziaria persino i dirigenti di associazioni vicine al centrosinistra, come la Confesercenti di Cagliari guidata da Carlo Abis. Proteste che erano solo l'avvisaglia di quanto invece potrebbe accadere quest'anno. Un rischio che Soru conosce benissimo, tant'è vero che più di tutti gli altri governatori del Centrosinistra sta alzando la voce in queste settimane per chiedere a Roma più soldi per la sua Regione. Nei trasferimenti finanziari dallo Stato alla Sardegna - dice Mister Tiscali - sarebbe stato pagato meno di quanto dice la legge. Ma dietro questa battaglia potrebbe esserci dell'altro. Soru sa che la sua giunta potrebbe non resistere di fronte alle tensioni della piazza messa di fronte a nuovi sacrifici, dicono i suoi avversari della Cdl. E per questo sta ingaggiando un suo personale duello con il ministro dell'Economia. L'obiettivo? Poter difendersi scaricando la colpa dei nuovi tagli alla spesa su Berlusconi. Ma questa difesa da sola non potrà bastare. E allora che resta da fare? Aumentare il debito. Un progetto già sulla scrivania del governatore. Dopo aver già emesso bond regionali per 500 milioni, Soru emetterà tra breve altre obbligazioni per mezzo miliardo di euro. La giunta non