Rutelli ai Ds: parità nel partito democratico
Così manda a dire al Botteghino che «il partito democratico non sarà un'amalgama automatico di culture». Secondo il leader Dl, Margherita e Ds dovranno avere «pari dignità». Non finisce qui. Rutelli incalza i Ds dicendo che occorre superare «le incertezze, le ambiguità e il non detto» e bisogna costruire qualcosa di nuovo anche in ambito internazionale. E aggiunge che un «grande partito avrà comunque le sue correnti culturali e le sue espressioni che potranno richiamarsi a strutture organizzative». Poi chiede ai Ds di essere autonomi, di finirla con il collateralismo come «noi lo siamo dalle Acli, dalla Cisl o dalle coop bianche». Ma Rutelli ha bordate anche verso lo Sdi. Replicando a Franco Monaco che aveva citato lo sganciamento dei socialisti dalla prospettiva dell'Ulivo puntualizza: non ci possiamo fare carico noi delle strategie degli altri. Lo Sdi ha fatto prima la Lista Dini, poi il Trifoglio con La Malfa e Cossiga, poi il Girasole con i Verdi e poi si è dato l'orizzonte del partito riformista. Oggi nasce un polo radical-socialista. È difficile leggere in questi passaggi una coerenza interrotta dalla scelta fatta a maggio dalla Margherita sulla lista unitaria».