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Risparmio, mezza Italia tira la cinghia

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Non emergono grandi novità congiunturali dal sondaggio realizzato dall'Ipsos per l'Acri, in occasione della 81ma Edizione della Giornata Mondiale del Risparmio. E di fronte alla stagnazione dell'economia le famiglie italiane diventano sempre più formiche per fronteggiare le difficoltà: un 20% dei 1.000 intervistati ha aumentato i propri consumi e dichiara una maggiore capacità di risparmiare. Il 30% della popolazione «riesce in qualche modo a galleggiare, mentre per il 50% della popolazione il quadro è fosco: c'è un calo dei consumi e un «abbassamento di aspettative e del tenore di vita rispetto al passato, quando non una vera situazione di crisi più o meno grave, sperimentata dal 18% del campione». Metà degli italiani hanno dovuto ricorrere a prestiti o ridurre i risparmi accantonati nel passato, e «per il futuro si attendono un peggioramento della situazione». E il numero di famiglie che non riescono a risparmiare e ricorrono ai risparmi passati o a prestiti, in 5 anni, è aumentato di quasi 10 punti percentuali, passando dal 13% al 22%. Per l'Acri, più nel dettaglio, le famiglie italiane possono essere catalogate in sei gruppi, a secondo del loro comportamento rispetto al risparmio: quelle con trend positivo (20%); quelle (6%) che hanno speso tutto senza far ricorso ai risparmi o ai debiti, ma nei prossimi 12 mesi pensano di risparmiare di più; le famiglie che galleggiano (21%), che hanno spesso tutto senza indebitarsi ma non vedono miglioramenti; quelle che prevedono di risparmiare meno nei prossimi 12 mesi (15%); infine le famiglie in crisi grave, che prevedono un aggravamento delle proprie finanze. Non stupisce che sempre più italiani cerchino di risparmiare. Il mattone pur restando dominante con il 66%, è in calo rispetto al 2004 (70%) a vantaggio di investimenti finanziari più sicuri (+4%) come polizze vita, pensioni integrative e certificati di deposito. Aumenta poi il numero di famiglie che dichiara di investire in fondi pensione integrativi (+3%), fondi comuni (+6%), azioni (+2%), Bot (+2%) e certificati di deposito (+3%).

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