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Follini fa bastian contrario sulla par condicio

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L'ex segretario vuole vincolare il gruppo parlamentare a votare no a ogni modifica

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E i due temi che gli stanno a cuore sono la par condicio e la ex Cirielli. Per entrambi annuncia che al prossimo Consiglio nazionale dell'Udc, proporrà un ordine del giorno che vincoli il gruppo parlamentare a non votare il cambiamento. E avverte: mi auguro che «anche il nuovo segretario dell'Udc tenga il punto. Io lo farò». A chi lo ha già accusato di fare il bastian contrario all'interno della Cdl, manda a dire che è sempre stato di questa idea e non è una «posizione provocatoria». Poi spiega le sue motivazioni: «Mi sono opposto e continuerò a oppormi all'idea che bombardiamo i poveri telespettatori con una grande quantità di spot in cui chi ha più soldi si fa sentire più volte. Un principio, secondo me, sbagliato ed è un principio contro il quale mi batto. Io in Parlamento questo punto lo terrò». Follini è convinto che questa posizione sia largamente condivisa «dalle mie parti. Corrisponde a una battaglia politica che abbiamo fatto molte volte». Poi chiama in causa Casini, con il quale, sostiene, c'è un'identità di vedute per la legge sugli spot. «Credo sia un argomento che abbiamo in comune e penso, anzi mi auguro che il presidente della Camera si opporrà a riformare la par condicio». Smentisce quindi che tra lui e il presidente della Camera il rapporto sia diventato più freddo dopo la vicenda culminata con le dimissioni dalla segreteria. È un rapporto «buono e amichevole» e in ogni caso «la politica non è un romanzo». A chi lo dipinge come uno sconfitto replica che si è dimesso da «vincitore» perchè «ho preso un partito al 3,2% e in due competizioni elettorali difficili ho raddoppiato i voti». Follini fa capire anche di non aver cambiato idea sulla necessità per la Cdl di un cambio di leadership. «Più il centro destra cambia, più ha possibilità di vincere». L'ex segretario centrista ha poi definito «eccesso di fantasia» l'ipotesi che l'Udc possa, dopo le elezioni, aggiungersi all'Unione nel sostegno ad un governo Prodi. «L'Udc è alternativo alla sinistra e ha il compito e il dovere di cambiare il centro destra». Un centro destra che Follini immagina come quello di Sarkozy in Francia, di Aznar in Spagna o della Cdu di Angela Merkel in Germania. Senza dimenticare, ha osservato, che in Italia c'è stata la Dc a rappresentare un altro esempio. Quanto alla leadership di Silvio Berlusconi, «non c'è nessuna sfida con il premier. Esprimo un'opinione diversa dalla sua: a volte le opinioni si incontrano, altre volte si scontrano e questa si chiama democrazia. Ho detto che archiviando il tema della leadership e ripiegando su posizioni minimaliste, l'Udc rischia di perdere la sua anima. E' una strada riduttiva: io ne ho presa un'altra, sempre nel perimetro dell'Udc e della Cdl».

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