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il «question time»

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Due volte al mese, di giovedì (ma il calendario sarà abbastanza elastico per andare incontro alle esigenze dei vertici) il presidente o il direttore generale di Viale Mazzini - gli unici titolati a farlo, come è stato deciso ieri - risponderanno a quesiti scritti dei commissari. I quesiti - presentati da un componente per ciascun gruppo, entro le 12 del martedì precedente, al presidente, che ne verificherà l'ammissibilità e li trasmetterà alla Rai - devono consistere in una sola domanda «formulata in modo chiaro e conciso, su un argomento rientrante nell'ambito di competenze della Commissione, connotato da urgenza o particolare attualità». Il commissario che ha proposto il quesito avrà a disposizione due minuti per illustrarlo; il presidente o il dg avranno quattro minuti per rispondere; la parola tornerà poi all'interrogante per la replica, della durata di due minuti. «Questo atto di indirizzo - ha commentato Gentiloni - consegna alla commissione uno strumento che migliorerà le sue capacità di assolvere le funzioni di ispezione e controllo sulla concessionaria pubblica». In pratica si ripete quanto già accade nell'aula di Montecitorio dove il governo è chiamato a rispondere una volta alla settimana, il mercoledì, alle interrogazioni dei deputati. Si tratta di una prassi che è stata importata nella scorsa legislatura in Italia dalla tradizione anglosassone. In ufficio di presidenza, la commissione ha analizzato poi il regolamento della comunicazione politica, cioè tribune e conferenze stampa, in periodo non elettorale. La Rai ha proposto una collocazione alle 14 o alle 17 su Raiuno; in Vigilanza si è discusso però anche della possibilità di trasmetterle in seconda serata o di alternare la collocazione pomeridiana con quella serale, in modo da puntare ad un pubblico più vasto.

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