Berlusconi: «Prodi capovolge la realtà»

Il premier Silvio Berlusconi torna sulle polemiche provocate dalle sue dichiarazioni su Rockpolitik e il sistema radiotelevisivo «in mano allo sinistra». E lo fa respingendo le accuse del leader dell'Unione Romano Prodi, che aveva parlato di un presidente del Consiglio alle prese con «liste di proscrizione» per la tv. «Ho soltanto osservato - spiega il Cavaliere - in risposta a una domanda per un libro che uscirà in dicembre (di Bruno Vespa, ndr), che mi sembrava esagerato l'entusiasmo con cui era stata accolta e salutata la puntata della trasmissione di Celentano». Tutta la «mia attività di editore liberale», aggiunge il leader della Cdl, dimostra che mi sono sempre «ispirato e attenuto a principi di assoluta libertà». E invece - si sfoga Berlusconi - la «sinistra ci accusa falsamente di controllare tutte le reti, grida ogni giorno senza fondamento al regime sulla televisione e sulla stampa, deforma e ribalta scientificamente la realtà». Il premier ribadisce poi che «tutta la storia di questi anni, della tv pubblica come di quella privata è piena di trasmissioni, di rubriche, di personaggi che attaccano Berlusconi o fanno satira su Berlusconi, travalicando spesso i confini della verità e del buon gusto». «Qualche nome fatto, a mo' di esempio - argomenta il Cavaliere - sul filo della memoria, e che serviva soltanto a dimostrare come fosse sbagliato attribuire a Rockpolitik un'esclusiva che francamente non ha, è stato subito sfruttato da Prodi e dalla sinistra, alla loro consueta maniera, e additato addirittura come lista di proscrizione». E come prevedibile, le nuove dichiarazioni del premier innescano un'altra ondata di commenti e polemiche. Così il ministro dei Beni culturali Rocco Buttiglione consiglia al Cavaliere di «riderci sopra» perché «la satira ha il diritto di dire quello che vuole e non ha il diritto di essere presa sul serio». Più diretto l'affondo del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, che dice: «La gara tra Prodi e D'Alema su chi riesce a essere più violentemente offensivo contro la maggioranza di governo è per ora di sostanziale parità». L'esponente azzurro fa però sapere di «non disperare che Prodi e D'Alema possano fare ancora meglio e accaparrarsi l'unico primato a cui possano degnamente aspirare». Diverso il giudizio in casa dell'opposizione, che con Franco Monaco (Dl), sottolinea: «Nella rivendicazione di Berlusconi di essere editore liberale c'è, per paradosso, tutto il suo spirito illiberale». «In quella maldestra autodifesa - aggiunge - c'è tutto l'uomo, con la sua concezione proprietaria e paternalistica delle istituzioni e delle leggi. Se la piantassimo di infastidirlo con la stucchevole richiesta di regole, saprà essere prodigo», ironizza l'esponente della Margherita. Rincara la dose Massimo D'Alema, che sornione commenta: «Avevano scritto che si chiamavano Casa della libertà, qui invece siamo in una casa circondariale». «Quando ero presidente del Consiglio - ricorda il presidente dei Ds - mi prendevano sempre in giro, qualcuno diceva che io non sempre ridevo e in effetti ridevo a denti stretti, d'altronde non è obbligatorio ridere quando ti prendono in giro, ma è impensabile impedire alla satira di prendere in giro i capi del governo». Ancora per la Quercia Giuseppe Giulietti spiega che «le urla e le minacce di questi giorni servono anche a coprire il disastro di questi anni e a preparare il terreno per l'ultima legge truffa: l'eliminazione di quel poco che ancora resta della par condicio». «Il Berlusconi comico - conclude Giulietti - non ci ha fatto ridere, ma il Berlusconi politico ha fatto piangere milioni e milioni di italiani».