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Berlusconi: anche Rockpolitik ce l'ha con me

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Il premier insiste sulla trasmissione di Celentano. «È un nuovo attacco. Ho tutte le reti tv contro»

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Al momento da Rockpolitik non è arrivato l'invito ma il premier starebbe già valutando se potrebbe essere elettoralmente vantaggioso partecipare. Peraltro il premier ama i colpi di scena e sa bene che in questi giorni la tensione attorno alla trasmissione di Celentano sta salendo. Non è un caso, fanno osservare i suoi collaboratori più stretti, che il premier si sia trincerato dietro il silenzio lasciando parlare il suo entourage, dal coordinatore Sandro Bondi al vice Fabrizio Cicchitto al portavoce Paolo Bonaiuti e affidandosi a alcune anticipazioni dell'ultimo libro di Bruno Vespa. In questi giorni Berlusconi sta valutando l'impatto mediatico del caso-Celentano e starebbe anche pensando a commissionare un sondaggio per capire se ci possono essere ricadute in termini di spostamenti di voti. Nel libro di Vespa, il premier sostiene che la trasmissione di Celentano «è solo l'ultimo episodio di un sistema di comunicazione, televisiva ma anche stampa, che dal 2001 ha sistematicamente attaccato l'operato del governo e il presidente del Consiglio». E a chi inneggia alla libertà in tv, Berlusconi dice che «non c'era bisogno di Celentano. Nei canali Rai ogni giorno ci sono battute contro il premier da Serena Dandini, Gene Gnocchi, Corrado Guzzanti, Dario Vergassola e Enrico Bertolino e altri. Oltre a Rockpolitik». Se poi si guarda alle varie reti tv «l'intero palinsesto Rai Tre è mirato contro il governo, l'informazione di Canale 5 dà spesso più spazio alle ragioni dell'opposizione, Tg1 e Tg2 sono abbastanza equilibrati e c'è solo il Tg4 dalla nostra con Emilio Fede». Poi Berlusconi accusa le «falsificazioni dell'opposizione sul lavoro del governo che vengono presentate come verità senza alcun contraddittorio». E indica due esempi. È il caso della riforma della scuola contro cui la «sinistra scatenò una campagna che accusava il governo di aver abrogato il tempo pieno. Non era vero ma stampa e televisione presero per buona questa affermazione senza neppure verificarla». Il metodo della sinistra, dice Berlusconi, è di «ripetere continuamente una menzogna fino a farla apparire verità». Bugie anche sui tagli alla spesa sanitaria mentre la verità, incalza Berlusconi nel libro di Vespa, «è che in 5 anni l'abbiamo aumentata del 50% da 65 a 93 miliardi. Ma tutto questo si farà fatica a trovarlo sui giornali o in tv». A parlare invece sono Bonaiuti e Cicchitto. Il portavoce del premier afferma che «Prodi ama tanto la libertà che la vuole tutta e soltanto per sè e per la sinistra e a Berlusconi non concede nemmeno la libertà di replicare». Mentre Cicchitto ritiene «assurde le lamentele della sinistra che ha in tv un trattamento preferenziale». E ricorda che quando «al governo c'era il centrosinistra, e presidente della Rai era Zaccaria ci siamo trovati di fronte a una gestione bulgara della Rai, in sistematica violazione della tanto osannata par condicio». Prodi anche ieri è tornato all'attacco: «Ricominciano le liste di proscrizione come l'altra volta. Al di là di queste parole che mi sembrano suonare ridicole, Berlusconi è l'unico imprenditore che si lamenta della sua azienda ma fa sempre più soldi». Gli ha replicato Bondi: «Prodi non è altro che un volgare mestatore politico. Un uomo politico che distorce consapevolmente il pensiero e le parole del suo avversario per potergli attribuire i disegni più turpi, non può essere considerato un interlocutore credibile».

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