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Parla il segretario Ds: «Raccontare il proprio privato funziona, lo rifaremo»

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Il segretario dei Ds Piero Fassino non si aspettava tanto clamore per il suo intervento alla Trasmissione di Maria De Filippi «C'è posta per te». «Nulla di costruito a tavolino» insiste a dire «ma tutto nato in modo casuale». I figli della sua tata Elsa, volevano farle una sorpresa, racconta Fassino a Il Tempo, e così hanno scritto alla De Filippi che mi ha fatto recapitare una lettera di invito. «Ho colto la palla al balzo. Ho voluto dare l'immagine di un uomo normale che non ha paura nè difficoltà a rivelare se stesso in un programma popolare. Poi una volta lì, con Elsa che mi ricordava momenti della mia infanzia mi sono commosso. Ma tutto è stato spontaneo». Eppure la strategia di allargare l'elettorato di riferimento parte da lontano. È da tempo che il segretario Ds cerca di intercettare i voti moderati sempre aprendo squarci sulla propria vita privata come quando ha rivelato di essere credente. E il meccanismo ha funzionato se da giorni, insieme all'evento Celentano, si parla anche della sinistra che ha scoperto che avere la puzza sotto il naso non giova e che occorre parlare a un pubblico più vasto, quello insomma dei programmi popolari. E per farlo occorre mettersi in gioco anche sul piano privato. Eppure il risultato c'è in termini di impatto sul pubblico e Fassino non esclude che l'evento possa costituire un precedente da seguire in quella che già si annuncia una difficile campagna elettorale, accanto alle tradizionali formule di comunicazione politica. E un'idea c'è e la macchina organizzativa dei Ds ci sta lavorando. La strategia di comunicazione elettorale prevede una maggiore presenza nelle tv e nei giornali locali, anticipa Fassino. «Ci sono ben 90 quotidiani locali che hanno un forte radicamento nelle loro aree di diffusione e raggiungono un vastissimo pubblico». E questi canali, oltre a quelli a raggio nazionale, «possono essere utilizzati per dare un'immagine del politico a tutto tondo per parlare alla gente anche rivelando aspetti del privato». Fassino dice di essere sempre più convinto che «bisogna cogliere ogni opportunità di parlare a un pubblico vasto e raggiungere quelle persone che non seguono i talk show o i programmi di informazione politica». Il che significa essere presenti in programmi popolari e scrollarsi di dosso quell'immagine di una sinistra che parla solo a pochi. Insomma una rivoluzione per la strategia comunicativa della sinistra? «Bè non è che siamo del tutto nuovi a operazioni di questo genere. L'appuntamento con il programma di Diaco è un esempio». Ma non c'è solo questo. Che bisognava andare oltre il messaggio politico in senso tradizionale la sinistra lo intuì da quando un D'Alema, ripreso ai fornelli mentre cucinava un risotto, fece il boom di audience. Da quel momento la sinistra ha capito che anche la dimensione casalinga del politico, quella privata, bucava lo schermo tv. Così mentre Berlusconi comunicava anche attraverso il cuoco Michele o con il cantante Apicella, la sinistra scopriva che rivelare i piatti di un pranzo dove si era discusso di candidature o di manovra economica, funzionava di più di tanti comizi. Che parlare di vini e ristoranti avvicinava agli elettori più di un bagno di folla. Così quando la De Filippi gli ha chiesto di intervenire a «C'è posta per te» Fassino ha pensato che poteva essere l'occasione giusta per far emergere «quella dimensione normale di vita che resta nell'ombra per un politico». «Bisogna scendere dal piedistallo e far vedere che un politico può esprimersi non solo attraverso la politica ma rivelando se stesso nel profondo». L'idea per Fassino è che «l'affidabilità di un politico si comunica anche dando un'idea di normalità, facendosi cogliere negli aspetti più umani». Insomma l'incontro con la vecchia tata può anche portare voti.

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