Ds e Rutelli: in Parlamento solo
I capilista saranno Prodi, Fassino e Rutelli, in più circoscrizioni ma con collocazioni ancora tutte da decidere. Poi ci sarà Rifondazione, la lista «Arcobaleno» di Verdi e cossuttiani, il nuovo soggetto socialista-radicale di Boselli, Pannella e — forse — Bobo Craxi e De Michelis. Di Pietro verrà necessariamente imbarcato nell'Ulivo. E Mastella? Il leader dell'Udeur ribadisce che resterà nel centrosinistra, e annuncia che «finalmente si torna al trattino tra Ulivo e centro», da lui incarnato. L'assetto del centrosinistra che si sta delineando in vista delle prossime politiche è più o meno definito. Quanto al dopo, si vedrà: l'ulivista principe Parisi ripete che la lista non può essere «un tram» e non bisogna rifare l'errore delle europee, tornando a dividersi subito dopo il voto. Ma Rutelli e i Ds sono d'accordo sul fatto che non ci sarà un «gruppo unico» ulivista nel prossimo Parlamento, bensì «gruppi federati». E si stanno già studiando escamotage tecnici grazie ai quali Prodi possa iscriversi non ad un singolo gruppo ma alla futura federazione. Se il listone unitario è ormai una realtà accettata da tutti (e le liste separate al Senato sono una necessità che anche gli ulivisti dovranno mandare giù, causa regole elettorali che penalizzerebbero una scelta diversa), lo sbocco futuro mette in agitazione soprattutto i Ds. Dentro i quali si registra una vera e propria resistenza contro il «partito democratico» (previa uscita dei ds da Internazionale socialista e Pse, condizione inaccettabile per la Quercia), non solo nella sinistra del Correntone ma anche nelle aree riformiste e dalemiane.