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Berlusconi: «È tornato lo spirito del 2001»

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È un Berlusconi soddisfatto quello che esce dal pranzo con il presidente della Camera Casini. I ribelli dell'Udc sono stati isolati e con Pierferdinando è tornata l'armonia. «Abbiamo ritrovato l'atmosfera di concordia e simpatia, anche con l'Udc», dice il premier uscendo dall'appartamento del presidente della Camera dopo il pranzo. È stato un incontro, ha aggiunto, «molto positivo per tutto». In particolare, ha proseguito il premier, «si è parlato in modo piano e amichevole e in uno spirito di totale confidenza e fiducia; direi non solo cordiale, ma affettuoso, che ci ha riportato al clima del 2001». Il premier ha concluso ricordando che nel corso dell'incontro non si è parlato solo di par condicio ma anche del partito unitario e ha nuovamente rimarcato la «ritrovata compattezza» della Cdl dopo il voto sulla devolution alla Camera. Poi commentando l'esito del voto sulla devolution afferma soddisfatto: «È stata un'altra importante prova di compattezza della maggioranza». Replica a Romano Prodi, che ha chiesto ai cittadini di bocciare la riforma in sede referendaria: «Gli italiani diranno sì anche al referendum». Gli argomenti sono quelli ripetuti più volte nelle scorse settimane: è una riforma «indispensabile» che rimedierà ai danni introdotti dalla sinistra, semplificherà l'iter delle leggi, adeguerà i poteri del premier a quello degli altri paesi Ue e ridurrà il numero di deputati e senatori. Ora il Cavaliere pensa a cambiare la legge sulla par condicio. Casini al momento gli ha detto che non è d'accordo ma lui è sicuro di convincerlo. Così manda un messaggio agli alleati. «Hanno pura che il partito più grande possa sfruttare mezzi maggiori. La Lega e l'Udc temono le potenzialità di Forza Italia». Ma una via d'uscita, aggiunge, è possibile: «Si può pensare ad un'azione promozionale dell'intera coalizione», ha detto il premier, riferendo un'idea che, a quanto si apprende, è stata proposta dal leader dell'Udc. Poi ignorando il no di Casini, torna alla carica: «Mi auguro che la legge sulla par condicio possa cambiare entro la legislatura» e avverte: gli alleati sono disponibili a parlare». Berlusconi non dimentica gli altri appuntamenti in calendario: la finanziaria e la riforma del trattamento di fine rapporto. Sulla prima dice che in Senato stanno emergendo «buone idee» a sostegno delle famiglie, mentre sul Tfr ridimensiona gli attriti con la Lega sostenendo di non aver colto «nessuna minaccia» nelle parole di Roberto Maroni. Anzi, il premier insiste sulla rinnovata sintonia nella Cdl. «Abbiamo ritrovato il clima di fiducia e affetto del 2001», assicura, e poi arriva a prospettare per Casini il ruolo di leader del partito unico dei moderati.

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