Listone, i prodiani non si fidano di Rutelli
la Direzione convocata per oggi serve proprio a questo, ma nel partito il clima resta teso. L'opposizione ulivista apprezza la svolta di Francesco Rutelli, ma ancora non è soddisfatta e, soprattutto, non si fida fino in fondo. E allora ecco che Arturo Parisi, leader della componente, si prepara a chiedere la convocazione dell'Assemblea federale dei Dl. I prodiani, tra «revanchismo» e calcoli sul futuro, non fanno sconti al presidente del partito, chiedono autocritica, ma nello stesso tempo tendono la mano e fanno capire che potrebbero anche decidere di dire addio all'opposizione interna. Insomma, mentre per quel che riguarda i Ds la svolta sembra già digerita e lo stato maggiore della Quercia è al lavoro per studiare le mosse future, la Margherita si trova a fare i conti con un passaggio che, vista la tensione e la drammatizzazione che accompagnarono il no alla lista dell'Ulivo a maggio, non può essere del tutto indolore. «Nel nostro partito — spiega Parisi — l'Assemblea federale è l'organo che ha lo stesso potere che in altri partiti hanno i congressi e il rilievo della scelta fatta è tale, che mi sembra inevitabile che sia l'Assemblea a renderla solenne. E, in secondo luogo, a maggio fu lo stesso organismo a sancire una linea radicalmente diversa». Gli ulivisti, che come Pierluigi Castagnetti preferirebbero il Listone anche al Senato, chiedono in ogni caso garanzie precise sul futuro percorso verso il partito democratico come sul gruppo unico in Parlamento, e il deputato Pier Luigi Mantini avverte: «Siamo in presenza di un "Rutelli bis" e la questione non può essere risolta con due ore di dibattito». Alla fine l'opposizione dovrebbe votare il documento che Rutelli presenterà oggi in Direzione, anche perchè Romano Prodi ha già fatto sapere che la scelta dell'ex sindaco di Roma gli è piaciuta. Se la componente dovesse uscire dallo status di opposizione (e Parisi parla esplicitamente della «possibilità di riunificarci»), ovviamente vorrà ridiscutere la riorganizzazione degli organi dirigenti dei Dl e aprirà anche la partita delle candidature alle politiche. I Ds, al netto di qualche mal di pancia delle minoranze, sembrano invece muoversi spediti nel nuovo scenario. Per quel che riguarda i nuovi ingressi è difficile, quasi impossibile, un arrivo nel listone di Verdi e Comunisti italiani, che a quel punto sarebbero orientati a procedere sulla rotta della Lista arcobaleno. Escluso il ritorno dei socialisti dello Sdi. Boselli è impegnatissimo sulla lista con Radicali e «cugini» del Nuovo Psi e non nasconde dubbi sulla 'conversionè di Rutelli. Resta la voglia di Antonio Di Pietro. L'Italia dei valori è pronta a entrare. Ora tocca a Ds e Margherita, ma soprattutto a Prodi.