Legge elettorale, tecnici al lavoro per sfruttare le nuove regole
La Cdl ipotizza la lista unitaria in tre Regioni mentre il centrosinistra è per le due «gambe» per conquistare più seggi in Senato
I tecnici della Cdl e dell'Unione, calcolatrice e sondaggi alla mano, ipotizzano allora geometrie variabili, soprattutto per il Senato dove il premio di maggioranza viene attribuito su base regionale. Per le regioni dove il centrosinistra va bene o molto bene, arriva dunque per l'Unione l'ipotesi delle due gambe per la conquista del maggior numero possibile di seggi a Palazzo Madama. Due liste, una grossa che vinca ma stando sotto il 55% (soglia oltre la quale non scatta il premio di maggioranza) e una più piccola che superi lo sbarramento dell'8% (previsto per chi non si coalizza) e prenda comunque dei seggi. Tanto per fare un esempio, in una regione come la Toscana la lista di tutta la coalizione potrebbe correre senza Rifondazione (come già successo alle regionali) e una eventuale lista arcobaleno di Verdi e Pdci. Oppure in Campania la lista più grande potrebbe essere fatta senza Dl e Udeur. Il calcolo, comunque, è complesso e va fatto regione per regione, e soprattutto stando ben attenti a non lasciare fuori dalla lista maggiore un numero troppo elevato di voti, con il rischio che non vinca. C'è poi un nodo tecnico-politico. La nuova legge prevede l'indicazione, nel momento del deposito del contrassegno, del nome del capo delle forze politichè e del programma. A quel punto, quindi, a rigor di logica, le due liste dovrebbero presentare un nome e un programma diversi. Ma nella legge - si fa notare dal centrosinistra - non sta scritto da nessuna parte che non possano essere gli stessi. Sempre nelle «regioni rosse», poi, sempre per il Senato, nel centrodestra si ipotizzerebbe una lista dell'Udc, che rischia di non superare lo sbarramento del 3%, insieme a Forza Italia. La Cdl starebbe poi pensando ad una lista unitaria, An-Fi-Udc, in tre regioni al Senato: il Trentino, la Valle D'Aosta e il Molise. Le tre regioni, in effetti, hanno una situazione particolare. Nella prima, per tutelare le minoranze linguistiche, infatti, la nuova normativa non vale, ma resta il sistema dei vecchi collegi uninominali (dodici più uno proporzionale). In Valle D'Aosta, invece, c'è solo un seggio da attribuire, e quindi le due coalizioni tenteranno di racimolare quanti più voti possibile per poterselo accaparrare. Altro ancora il discorso per il Molise dove, per Palazzo Madama, i seggi da attribuire sono due e non è previsto che scatti il premio di maggioranza. Anche in quel caso le due coalizioni andranno il più compatte possibile per cercare di portare a casa entrambi i posti a disposizione. Insomma, quando manca ancora un pò di tempo all'approvazione definitiva del testo (anche se la Cdl ha stretto i tempi al Senato ottenendo che fosse discusso anche durante la sessione di bilancio) fioccano le ipotesi più disparate per ottenere il massimo dalla nuova normativa. Tecnicismi, tattiche di aggiramento, il tutto per via che la legge era nata anche con l'intento di porre fine al meccanismo delle liste civetta.