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E tanto meno ricoprirà le prestigiose funzioni di primo presidente aggiunto in Cassazione, sia pure in soprannumero. Con un solo voto di scarto il plenum del Csm ha bocciato ieri le richieste dell'ex magistrato, che a 74 anni vuole indossare nuovamente la toga. Un risultato su cui hanno inciso le astensioni dei vertici della Cassazione, ma contro il quale il diretto interessato ha annunciato che ricorrerà al Tar del Lazio perché la decisione del Csm è «illegittima e ingiusta». Carnevale aveva puntato le sue carte sulla legge che ha stabilito il diritto al reintegro di tutti i pubblici dipendenti, magistrati compresi, che siano andati in pensione anticipatamente in conseguenza di un processo penale che si è concluso con l'assoluzione. Una legge che quando fu varata sembrava fatta apposta per il suo caso: due processi subiti entrambi conclusi con l'assoluzione; e la scelta di mollare tutto e, dunque, di andare in pensione a 71 anni quando aveva già ottenuto il diritto di rimanere ancora in servizio per un altro anno. Ma la maggioranza del plenum ha ritenuto che la nuova normativa non gli possa essere applicata: non si può ritenere che Carnevale sia andato anticipatamente in pensione — ha argomentato Luigi Berlinguer, relatore della delibera passata con 11 sì, dieci no e le astensioni del vice presidente Virginio Rognoni e dei due rappresentanti della Cassazione — perché quando ha messo da parte la toga aveva già superato il limite di età previsto dalla legge per il collocamento a riposo ordinario dei magistrati (70 anni).

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