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Montezemolo, è vera svolta: «La Manovra è ok»

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Il presidente di Confindustria dà voti alti al governo: «Azione responsabile e non elettoralistica»

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Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ricorre alle stesse parole del premier Silvio Berlusconi e del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel promuovere la manovra del Governo. E a chi lo accusa di un cambio di rotta rispetto alle precedenti critiche replica: «Il mio non è un repentino e radicale cambiamento di opinione». Quella di Confindustria - spiega davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato - non è una promozione a pieni voti della Finanziaria («non soddisfano per esempio i capitoli su ricerca e innovazione»), anche perché «avremmo auspicato che alcuni interventi mirati alla crescita e allo sviluppo del Paese fossero statti decisi nella prima parte della legislatura». Ma - aggiunge - non si può non riconoscere all'Esecutivo «di porre finalmente al centro della sua azione l'industria, i distretti industriali, il problema del costo del lavoro». In un momento - sottolinea il leader degli industriali - in cui si vedono «segnali di ripresa da non trascurare» della nostra economia. Del resto, spiega Montezemolo, «secondo le previsioni del nostro Centro studi il terzo trimestre potrebbe chiudersi con un incremento della produzione industriale intorno all'1% sul trimestre precedente». Un dato positivo che insieme ad altri piccoli ma importanti segnali, sopratutto sul fronte dell'export, fa dire al presidente di Confindustria di essere «ottimista e fiducioso sul futuro del Paese». A patto che «si riesca ad arrivare ad un accordo generale su ciò che realmente serve in termini strutturali all'Italia da qui al 2020». Priorità delle priorità per Confindustria resta la riduzione della pressione fiscale sulle imprese, che in Italia (evidenzia Montezemolo citando i dati della Banca Mondiale) sfiora il 60%, ben al di sopra degli altri Paesi europei. A questo proposito serve una «significativa riduzione dell'Irap, almeno sulla componente costo del lavor». E sul costo del lavoro Montezemolo si dice soddisfatto del taglio operato nella Finanziaria e sul fatto che questa misura sia stata preferita ad «interventi a pioggia»: «È un primo segnale - spiega - perchè si affronta finalmente l'elemento più macroscopico che ci rende inferiori nel competere». Al di là dell'entità del taglio (l'1% nel 2006) «è un intervento psicologicamente importante». Montezemolo spinge poi l'acceleratore sulla necessità di contenere la spesa corrente se si vogliono rispettare gli obiettivi di crescita e di equilibrio finanziario. E chiede al Governo «coerenza sul fronte dei contratti pubblici»: «Non si può non ricordare - afferma - che se negli ultimi anni avessimo fatto crescere le retribuzioni pubbliche come quelle private, oggi ci troveremmo minori problemi finanziari per un ammontare pari allo 0,7% del Pil». Necessaria, inoltre, «la collaborazione degli enti locali che devono contribuire per il 50% alle minori spese». Il leader degli industriali, infine, non rinuncia all'ennesima stoccata sulle rendite di chi specula: «Oggi in Italia la tassazione su chi investe e crea ricchezza nel Paese è più alta rispetto a quella sulle rendite speculative. Questo è assolutamente ingiusto, un fatto di coscienza civile». Per questo - conclude la sua audizione - «è doveroso riportare la tassazione delle rendite speculative ai livelli europei».

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