E anche Cuffaro ora minaccia di dimettersi
Il Governatore della Sicilia vuole che il governo garantisca i trasferimenti statali all'isola
Parola di Totò Cuffaro, presidente della Regione Sicilia che ieri ha incontrato a Roma Silvio Berlusconi per cercare di risolvere il problema dei trasferimenti statali all'isola tagliati dalla Finanziaria. «Sono soddisfatto dagli impegni assunti dal presidente del Consiglio e dal vice ministro dell'Economia Giuseppe Vegas — ha spiegato alla fine dell'incontro — Entrambi hanno riconosciuto il diritto della Sicilia sia in merito alla chiusura del contenzioso Stato-Regione sia all'attuazione degli articoli 37 e 38 del nostro Statuto, e si sono impegnati a trovare una rapida soluzione al problema del riconoscimento dei crediti vantati dalla nostra regione. Per quanto mi riguarda ribadisco che se la soluzione non sarà trovata entro il prossimo venerdì le mie dimissioni saranno irrevocabili». Ed è pronto a dimettersi anche il sottosegretario agli Esteri Giuseppe Drago, annunacindo anche che i parlamentari siciliani della Cdl, per protesta, non voteranno al Senato la devolution. «Sia ben chiaro: Cuffaro ha posto al governo nazionale questioni legate a un diritto statutario che obbliga lo Stato a erogare alla Regione siciliana i proventi di attività espletate in Sicilia da imprese che hanno le proprie sedi legali fuori dalla Regione — ha spiegato — Se l'esecutivo non riconoscerà tale diritto, non ci saranno solo le dimissione del presidente della Regione ma anche le mie dal governo nazionale. Il primo assaggio della forza delle rivendicazioni siciliane il ministro Tremonti lo avvertirà già giovedì prossimo, quando ci asterremo dalla votazione sulla devolution. I patti devono essere rispettati e i diritti dei territori salvaguardati». Ma cosa succederebbe in Sicilia se il presidente della Regione Salvatore Cuffaro lasciasse l'incarico nei prossimi giorni? Non esistono precedenti in tal senso perchè l'elezione diretta del Governatore è stata introdotta soltanto in questa legislatura che dovrebbe scadere nel giugno del 2006. In caso di abbandono del Presidente, la legge costituzionale prevede che le dimissioni abbiano effetto anche sulla giunta che sarebbe dimissionaria. Anche il Parlamento seguirebbe la stessa sorte secondo il principio «aut simul stabunt, aut simul cadent», come dice un alto funzionario dell'Ars che non vuol essere citato. Le nuove elezioni anticipate dovrebbero essere indette quindi, spiegano i tecnici, sulla base della riforma costituzionale del 2001 entro tre mesi dalla data delle dimissioni. I comizi elettorali devono essere convocati con decreto del presidente della Regione. In questo caso si potrebbe andare alle urne già a gennaio. «Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino — commenta il presidente dell'Ars, Guido Lo Porto — le annunciate dimissioni di Cuffaro dovrebbero passare però da un dibattito in aula per analizzare le condizioni che costringono un presidente della Regione a lasciare anche a causa della scarsa produttività legislativa dell'assemblea regionale».