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Primarie, Rifondazione ingoia amaro

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Bertinotti convinto di avere di più. Ma anche Scalfarotto, Panzino e Pecoraro Scanio escono sconfitti

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Ma Fausto Bertinotti non ce l'ha fatta. Il risultato è stato deludente e la distanza con Prodi abissale. Rifondazione pesa poco più del 14%, una percentuale che di certo non sarà in grado di condizionare il programma della coalizione ora tutto nelle mani del Professore. Una delle incognite delle primarie oltre al numero dei votanti, era proprio la distanza tra Bertinotti e Prodi. Uno scarto lieve avrebbe significato un maggior peso di Rifondazione nella coalizione e l'asse spostato marcatamente a sinistra. Se c'è quindi uno sconfitto in queste primarie è Bertinotti. Tant'è che pure Cossutta gli ha dato contro accusandolo di aver fatto «una campagna elettorale dispendiosissima che comunque non gli ha giovato. Anzi ha dato lo spunto a molti italiani ad andare a votare perchè lui non prendesse voti». Ma Bertinotti ieri ha ostentato comunque fair play insistendo sulle diverse identità della coalizione. «Questa Unione è forte - ha detto a denti stretti - se valorizza il pluralismo». Ma se Bertinotti ha dovuto ingoiare amaro, non è andata meglio a altri candidati dati per favoriti e che, secondo alcuni pronostici, avrebbero dovuto intaccare il primato di Prodi. È il caso dell'outsider Ivan Scalfarotto osannato da tanta stampa come colui che avrebbe fatto razzia di voti tra gli indecisi della sinistra, quelli poco convinti di Prodi, ma che alla fine non è riuscito a toccare solo lo 0,6% dei consensi. Che dire poi di Simona Panzino, la candidata dei senza volto che si è trascinata dietro un manipolo di sostenitori con il passamontagna arcobaleno. Avrebbe dovuto essere la voce dei no global, ma ha portato a casa meno di Scalafarotto, appena lo 0,5%. Il segno che il movimento dei no global ha perso quella forza che qualcuno a sinistra gli aveva attribuito. Per «pesare» il risultato elettorale i leader del centrosinistra hanno preso a riferimento i dati delle europee moltiplicandoli, con un calcolo a spanna, per due. Sicchè in base all'esito della Lista Uniti nell'Ulivo che a giugno 2004 ottenne il 31,1%, Prodi sarebbe stato soddisfatto di avere almeno il 60% delle preferenze. Le cose domenica quindi sono andate oltre ogni attesa dal momento che il Professore ha incassato più del 74%. Rifondazione che alle europee aveva avuto il 6,1% avrebbe potuto essere soddisfatta di superare il 14% se nei giorni di campagna elettorale Bertinotti non avesse lasciato intendere che avrebbe guadagnato ben oltre quello che ha ottenuto. Non è andata bene neppure per Pecoraro Scanio che non è riuscito a fare meglio nemmeno delle europee. Mastella, invece, nonostante le polemiche della vigilia sullo scarso numero di schede fatte pervenire nel Sud che è la sua roccaforte, ha ottenuto un risultato soddisfacente con il 4,6%. «È un'affermazione di tutto rispetto. Si conferma, come era nelle nostre aspettative, al terzo posto a livello nazionale. Ma al Centro-Sud l'Udeur rinnova il risultato esaltante delle ultime regionali» è l'analisi che fa Nicodemo Filippelli, presidente dei senatori popolari Udeur. «Un partito che si è ormai radicato sul territorio, che si è consolidato e che in Campania, in Basilicata e in Calabria ci vede al secondo posto. Il centro assume sempre più importanza per vincere nelle future competizioni elettorali». E il leader dei Ds Fassino gli riconosce il ruolo di terzo partito: il risultato dimostra che l'Udeur è in grado alle politiche di superare il 2%.

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