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«Dati dubbiosi»

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Anzi, se possibile, rincara la dose. «Gli oltre quattro milioni di voti conteggiati da chi sta scrutinando sono matematicamente irrealistici - osserva il deputato azzurro -. Presuppongono infatti una media di votanti per singolo seggio inverosimile. Che nemmeno una ressa costante per tutto il giorno in tutti i gazebo ulivisti potrebbe giustificare. E io so invece che in certe ore della giornata almeno alcune postazioni erano semideserte». Pepe porta la testimonianza anche i tanti amici che ha sguinzagliato come guastatori dietro le file nemiche in giro per il Lazio. «La prassi per ogni elettore, che io stesso ho dovuto osservare, comportava l'esibizione e il controllo da parte delle persone addette ai seggi di un documento d'identità e del certificato elettorale. Poi bisognava leggere e accettare il manifesto-programma dell'Unione e quindi sottoscrivere l'autorizzazione al trattamento dei dati personali. C'era quindi da versare l'euro di contributo e da firmare la ricevuta conseguente. Dopo di che si doveva materialmente votare e inserire la scheda nell'urna. Ci vogliono tra i due e i sei minuti. Basta farsi un po' di conti e si capisce subito che i 4 milioni esibiti in queste ore sono fuori dalla realtà».

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