Solo due in corsa per «reggere»

Sono loro i candidati principali per prendere in mano il partito e portarlo nelle mani di Pierferdinando Casini. Altre ipotesi sembrano del tutto improbabili. Buttiglione è tagliato fuori perché è già presidente, Giovanardi è troppo berlusconiano, Tabacci troppo legato invece a Follini. Così la corsa si restringe a loro due. Lorenzo Cesa, parlamentare europeo, ha già preparato la scaletta degli appuntamenti che il partito dovrà seguire dopo le dimissioni di Marco Follini. «Lavoreremo — ha spiegato — per fare in modo che il partito continui a fare quello che ha sempre fatto e cioè trovare una soluzione, delle persone che possano guidarlo fino alle elezioni. Non c'è nulla di concreto bisogna verificare. Faremo un giro tra i leader del partito e anche nella periferia per trovare una soluzione». Intanto, però, il primo impegno è formulare una proposta che dovrà essere votata dal consiglio nazionale. Ci penseranno il segretario, i vicesegretari Mario Tassone e Salvatore Cuffaro e il presidente Rocco Buttiglione, al quale spetta anche la convocazione del consiglio. Ma in molti dentro il partito non vedono di buon occhio Cesa, perché i questi giorni è sembrato troppo allineato sulla linea di Follini. Giudizio che però potrebbe anche essere rovesciato e diventare un assist: una su candidatura a segretario potrebbe essere letta come la volontà del partito di non tagliare troppo bruscamente con Follini. Discorso completamente opposto per il ministro della Funzione Pubblica, legatissimo a Casini. Lui gli garantirebbe una transizione di assoluta tranquillità. Ma il ministro non smania certo per reggere il partito per cinque mesi. Lo farebbe solo se glielo chiedesse espressamente il presidente della Camera. Pa. Zap.