La Bolkstein spacca la sinistra In corteo solo l'ala estrema
Una manifestazione alla quale hanno partecipato 50 mila persone giunte da varie parti d'Italia, secondo gli organizzatori, che nel pomeriggio ha attraversato le strade del centro di Roma, in concomitanza con tante analoghe manifestazioni in vari paesi dell'Unione europea. Ed anche tra i partiti di sinistra che vi prendono parte le collocazioni vanno distinte. Per i Verdi di Pecoraro Scanio e Paolo Cento ed i Comunisti Italiani, è «preoccupante» che la presenza in piazza della Repubblica sia parziale, molto parziale. Più morbido il commento di Fausto Bertinotti che parla di «bene e male». Se il male è, appunto, nella parzialità, il bene è nel fatto che in questo modo i movimenti esprimono la propria autonomia rispetto all'Unione, che per loro «non può essere una camicia di forza». La presenza di Giovanni Berlinguer, Giovanni Russo Spena e pochi altri, completava la scarsa presenza di leader politici. È fin troppo facile per il centrodestra infilarsi nella spaccatura della coalizione che fa capo a Prodi: il presidente dei deputati europei di Forza Italia, Antonio Tajani, parla della «conferma delle contraddizioni di una sinistra incapace di darsi un programma unitario e di riconoscersi attorno alla leadership di Romano Prodi». E lancia un affondo all'ex presidente dell'Ue: «A poche ore dell'avvio delle primarie la leadership di Romano Prodi è già sulla via del tramonto». La manifestazione è stata ricca di sigle ed organizzazioni: Arci, Cgil, Cobas, Area antagonista, Attac, si sono presentati con palloncini, bandiere, furgoni con tanto di altoparlanti e perfino un camper con uno striscione con la scritta «A chi la volete dare a bere?» Se la Bolkestein, hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione, intende privatizzare ogni forma di servizio a pagamento, è infatti proprio la privatizzazione dell'acqua il tema principale, quello che sembra stare più a cuore dei manifestanti. Anche se l'occasione per protestare era troppo ghiotta, e quindi dalle critiche non si è salvato nessuno: dalla sanità pubblica, alla scuola riformata dal ministro Moratti, e perfino Prodi. Uno striscione recitava infatti «No alla Prodi-Bolkestein, sì all'Europa sociale». Per gli organizzatori la manifestazione è riuscita, visto soprattutto, come ha sottolineato il presidente dell'Arci Paolo Beni, che «il tema è difficile e poco conosciuto». Beni sottolinea che l'allargamento dell'Unione non deve corrispondere ad un abbassamento dei diritti, ma, al contrario ad un innalzamento in quei paesi dove le tutele sono più basse. I salari e le tutele sanitarie, sindacali e ambientali in Occidente, sottolinea, non devono abbassarsi a quelli rumeni, ma, viceversa, devono essere quelli rumeni ad innalzarsi al livello dei paesi storici dell'Ue. Ma cosa prevede la Bolkestein? Il notaio di Roma che vorrà stabilirsi ad Atene o a Londra non deve più incontrare ostacoli procedurali o burocratici allo stabilimento della sua attività come alla circolazione dei suoi servizi per i quali egli sarà sottoposto alla legislazione del suo paese d'origine (in questo caso l'Italia): sono proprio questi due principi (la libertà di stabilimento dei prestatori di servizi e la circolazione dei servizi tra gli Stati membri dell'Unione europea) i due cardini attorno a cui ruota la direttiva Bolkestein relativa ai servizi nel mercato interno.