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Follini diventa bandiera dell'opposizione

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Tutti rispettano la sua decisione che attribuiscono al fatto di essersi messo contro Berlusconi. «Marco Follini è vittima della normalizzazione berlusconiana nella destra, ma ha avuto la dignità di non rinunciare alle ragioni che ha espresso in questa ultima stagione politica». commenta Francesco Rutelli, mentre Pecoraro Scanio è convinto che «Follini è la prima vittima della svolta autoritaria della Cdl». Infatti secondo lui «La componente moderata della Cdl capeggiata da Follini che ha tentato di smarcarsi dall'autoritarismo di Berlusconi - rileva Pecoraro - è la prima vittima della truffa elettorale, che come primo effetto ha portato alla spaccatura del centrodestra». È solidale anche Enrico Letta della Margherita, il quale considera le dimissioni di Follini «la dimostrazione di una monarchia non più neppure costituzione ma assoluta che governa la Cdl». «In questo momento - aggiunge - mi sento di condividere con lui un grande disagio. Credo che abbia dato la dimostrazione di come in politica il cuore e l'emozione debbano sempre prevalere sul calcolo. Se Follini probabilmente avesse fatto altri calcoli sarebbe rimasto segretario dell'Udc, e credo che questo sia un atteggiamento assolutamente da apprezzare e in questo momento da condividere sul piano umano». Più duro è il leader della quercia, Fassino definendo le sue dimissioni «una denuncia netta e severa del fallimento politico del centrodestra». Politica e coerenza secondo Beppe Fioroni «sono sgradite nella Cdl». E se «Follini lascia, Berlusconi esulta e Casini forse non ride ma certamente non piange. Il tempo è galantuomo e forse Follini ha liberato il posto a Casini per quando perderanno le elezioni e non ci saranno più accordi da onorare». Alla fine, secondo Roberto Villetti dello Sdi, «Marco Follini è dovuto andare via perchè non ha voluto chiudere gli occhi di fronte al tramonto della leadership di Berlusconi e ha detto che il re è nudo. Le sue dimissioni, che sono comunque un coraggioso atto di coerenza -prosegue l'esponente socialista- dimostrano clamorosamente come l'attuale coalizione al governo sia corrosa da una crisi interna assai profonda che non è certo risolta da un cambiamento della legge elettorale».

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