Finanziaria, niente Ici per tutte le religioni
L'ipotesi è al vaglio del Governo che dovrebbe presentare la norma sottoforma di emendamento al decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Intanto è scontro nella maggioranza sulla proposta di concordato di massa, rilanciata da An ma ben vista anche da esponenti di Fi e Udc. La Lega (parola di Roberto Maroni) è nettamente contraria «a qualsiasi forma di condono o concordato». Una prima verifica delle ipotesi in campo sarà comunque fatta martedì sera, in un primo vertice di maggioranza col ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. MAXIEMENDAMENTO, L'INCOGNITA CONDONO. Varata la correzione di 1,9 miliardi dei conti pubblici, l'iter della Finanziaria dalla prossima settimana entra dunque nel vivo. «Siamo ancora in una fase di raccolta delle proposte», ha detto Vegas, per il quale «prima si fa e meglio è. Se quindi si raggiungerà un'intesa subito lo presenteremo al Senato. Ma presumibilmente — ha aggiunto — se ne parlerà alla Camera». L'accordo non sarà facile. Innanzitutto va affrontata una volta per tutte la questione condono. In molti nella maggioranza chiedono di riaprire la sanatoria fiscale per il 2003, ma Tremonti ha più volte detto di no. IL NODO SUGLI AIUTI ALLA FAMIGLIA. Nel maxiemendamento bisognerà anche decidere cosa fare delle risorse del Fondo famiglia. La Lega, ha detto Maroni, punta innanzitutto a sostenere la natalità, con la riedizione del bonus di mille euro per ogni figlio successivo al secondo: «Lo abbiamo fatto nel 2004, lo vogliamo fare per il 2006. Ma non avrebbe senso non farlo anche per il 2005», spiega, chiedendo che la norma sia a decorrere dal primo gennaio dell'anno in corso. Costo dell'operazione: 500 milioni di euro. «Resta un miliardo circa — ha aggiunto Maroni — che noi vogliamo sia utilizzato soprattutto per sostenere il reddito delle famiglie con a carico disabili gravi e non autosufficienti». D'accordo sul bonus bebè Forza Italia, che propone anche una una tantum per i pensionati al minimo. Dice no ai bonus, invece, Alemanno, che chiede «misure non effimere ma più strutturali» sul fronte del rafforzamento dei servizi. RISPUNTA L'ESENZIONE ICI PER LE CHIESE. Infine, dopo le polemiche delle scorse settimane, torna in primo piano la questione dell'Ici per gli immobili di proprietà ecclesiastica, anche quelli utilizzati a fini commerciali (i luoghi di culto sono già esenti). La norma — inizialmente contenuta nel decreto legge sulle infrastrutture poi ritirato — potrebbe ricomparire nel decreto fiscale, con un emendamento del Governo che estende l'esenzione anche «a tutti gli enti riconosciuti da altre confessioni religiose con cui lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese». «Ne ho parlato col sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta — ha spiegato il senatore di FI Lucio Malan, promotore dell'iniziativa — che ha condiviso la nuova versione della norma. E lo stesso ministro dei Rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi ha assicurato che il Governo presenterà farà suo l'emendamento al decreto fiscale». Dunque — ha spiegato Malan — beneficeranno dell'esenzione «ebrei, valdesi, metodisti, luterani, evangelisti del settimo giorno, pentacostali, buddisti». Per quel che riguarda i musulmani, invece, «la questione è più complessa e di natura anche politica. Se ne dovrà discutere».