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Lombardo pronto ad allearsi Ma non sa ancora con chi

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Le tre soglie di sbarramento, previste dal nuovo sistema, agitano più del dovuto anche i neo o vecchi movimenti e i partiti politici da percentuali risicate. O, come nel caso della Camera, anche le minoranze linguistiche. Lo scenario investe tutta l'Italia: dal Trentino alla Sardegna fino alla Sicilia. In quest'ultima regione, ad esempio, due neo protagonisti di altrettanti movimenti, Raffaele Lombardo (Mpa) e l'ex An, Nello Musumeci (Alleanza siciliana) gridano allo «sconcerto» sulla nascente riforma elettorale. Lombardo, da navigato politico della Balena Bianca, osserva: «A questo punto ci sarà la necessità di federarsi. Cosa, fra l'altro, che avevamo considerato ancor prima di questa riforma elettorale». E con chi? «Lo stabiliremo a bocce ferme, quando la legge sarà definitivamente approvata», risponde l'europarlamentare che, a tal proposito, ha anche rinviato il suo primo congresso. Tuttavia, l'ex Udc, non sembra esprimere totalmente giudizi sulla riforma: «Sebbene sia una legge da "Repubblica delle banane" — afferma Lombardo — in virtù della facoltà che l'oligarchia si riserva di bloccare le liste per l'elezione dell'intero Parlamento, comunque si ritorna al proporzionale». Poi, da buon osservatore, aggiunge: «Mi pare che ci sia un evidente asse Berlusconi-Casini in alcune scelte che si stanno facendo». In altri termini, per Lombardo, il Cavaliere e il presidente della Camera «sembrano essere tornati a flirtare». Più secca, invece, la critica di Nello Musumeci che dopo aver rotto con i vertici di An, pochi mesi fa ha dato vita ad Alleanza siciliana. «È una legge liberticida — afferma — I partiti stanno espropriando il vero potere del cittadino-elettore». Ma al di là delle idee, anche per Musumeci è difficile progettare nuove alleanze. «Cercheremo convergenze, ovvio, ma serie e coerenti». In sostanza, «non accetteremo il principio per cui il fine giustifica i mezzi».

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