Fioroni (Dl) «La Panzino si ritiri subito»
E se non lo farà toccherà al comitato delle primarie espellerla». Beppe Fioroni, deputato di punta della Margherita è molto determinato. E se Clemente Mastella afferma che se il centrosinistra continua così «si rischia il suicidio collettivo», per Fioroni la corsa della Panzino e dei suoi no-global è già finita. Fioroni, questa sceneggiata televisiva non ci voleva: non trova che l'immagine che i candidati dell'Unione abbiano dato sia stata disastrosa? «Le primarie sono un fatto di democrazia, si sceglie un leader e il suo programma. E vanno fatte perché costituiscono un elemento sostanziale di resistenza dopo l'approvazione di questa legge proporzionale... In questo senso la partecipazione della Panzino aveva un senso. Loro si vogliono proporre alla legge senza intermediazione... Ma, dopo tutto quello che è successo il fatto che in Tv ha pure detto che non voterà per l'Unione, cambia tutto: deve ritirarsi dalla competizione. Per rispetto per la propria storia e soprattutto per i cittadini, non può dire: "Non ci sto". Non può starci e poi dissociarsi». Insomma, lei chiede che venga esclusa dalle primarie? «Sì se non si rimangerà tutto è più dignitoso che se ne vada». L'Unione sta vivendo un momento difficile: dopo il sì della Camera al proporzionale, questa figuraccia e il caos su Prodi e il partito che non c'è. Che suggerite voi della Margherita per il vertice di lunedì? Si dovrà decidere su che cosa fare del Professore, dando per scontato che vinca... «Visto che la legge favorisce la divisione tra partiti e al Senato l'accorpamento, noi potremo proporre di candidare Prodi al Senato con una lista accorpata». Si parla di nuovo di Ulivo, di lista Prodi e di Listone: voi avete solo una proposta da mettere sul tappeto lunedì? «Io dico che il gruppo dirigente del centrosinistra deve calarsi nella situazione attuale. Bene, noi stavamo giocando a pallamano e ora le regole del gioco sono cambiate, dobbiamo fare una partita di calcio. Così è inutile continuare con le regole di prima, bisogna adattarsi, altrimenti ci battono o ci squalificano. Per questo io dico che i nostri dirigenti devono assolutamente fare di necessità virtù e sbrigarsi. Chi ha più potere nell'Unione deve prendersi le sue responsabilità studiarsi le regole attuali e giocare subito. Non c'è tempo per discutere a lungo e confrontarsi: si rischia la squalifica. Bisogna agire rapidamente. E uscire lunedì con la decisione su Prodi». Il messaggio sembra diretto soprattutto a Prodi a dire la verità. Lei è sicuramente uno dei più combattivi, in questo momento nell'ambito di un centrosinistra che sente fortemente la rabbia di chi ha perso le prime partite del gioco: che cosa direbbe ai suoi per tirar loro su il morale? «Mah, una gara di celodurismo non l'ho mai fatta. La lascio a Bossi. Ma credo che siamo predestinati a vincere, alla fine, nonostante noi stessi».