Dopo la debacle in Parlamento, la figuraccia in Tv atterra il morale al centrosinistra
Unione, paura dello scivolone
«Perché ci vogliamo fare del male a tutti i costi?», si chiedeva sconsolato un deputato della Margherita commentando con i suoi compagni di partito l'episodio «orribile» accaduto su RaiDue nella trasmissione di Anna La Rosa. L'incappucciato, Mastella che scappava e poi Di Pietro e Pecoraro Scanio insieme urlanti, hanno fatto quasi svenire gli altri leader del centrosinistra seduti davanti alla Tv. E alla fine c'è chi ammette che «il migliore era Scalfarotto...». Dopo la manifestazione «così così» di piazza del Popolo, l'obiettivo fallito di stoppare l'ok del Parlamento alla proporzionale e questa figuraccia mediatica alla vigilia delle primarie che, per qualcuno, ora sono diventate pure inutili, la paura dello scivolone elettorale non abbandona i leader dell'Unione. E l'inquietante «rissa televisiva» da Anna la Rosa con il disobbediente in azione teppistica, certamente non migliora l'appeal di una coalizione che si candida a governare. «La vittoria era già nostra e stiamo facendo di tutto per sgretolare il nostro patrimonio di certezza», si dicevano ieri tra loro i più realisti dell'opposizione che già nei giorni scorsi avevano cercato di dare l'allarme, vedendo la crescente rimonta della compattezza della Cdl. Domani ci saranno le primarie, ma è ormai più importante quello che accadrà lunedì alle 15 durante il vertice dei segretari con Romano Prodi. Alla riunione si farà un bilancio di come sono andate le primarie e delle varie implicazioni politiche che i risultati avranno sulla coalizione. Il vertice avrà sul tappeto la questione di un'eventuale lista unitaria che dia la possibilità a Prodi di candidarsi sotto le bandiere non di un solo partito. La questione sarà comunque tostissima. Prodi infatti è diventato più che un problema. La Margherita non si piegherà facilmente al «listone Prodi». Rutelli vede sempre come fumo negli occhi un ritorno all'idea dell'Ulivo mentre anche i Ds si oppongono ad una Lista autonoma del Professore che toglierebbe voti proprio a Fassino e Rutelli. Chi propone invece «una lista unica dell'Unione a Camera e Senato alle prossime elezioni politiche come risposta forte al blitz della Cdl sulla legge elettorale» è il Presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, che aggiunge: «Non pensiamo puntualizza Pecoraro - ad un partito unico, ma ad una aggregazione in cui ogni forza politica possa mantenere la propria identità e le proprie prerogative». In ogni caso la forza con cui Prodi potrà o no imporre la sua posizione dipenderà solo dal risultato delle primarie. Se risulterà indebolito dovrà chinare la testa ai diktat di De Mita e compagni. Nottate insonni queste dunque per Prodi che ieri sottolineava: «È importante andare a votare». E ribadiva urlando a squarciagola la sua marcia indietro sui pacs, affermando di non aver mai parlato di «matrimoni gay». Insomma il suo appello («Sono il più adatto a battere Berlusconi») è sembrato quasi disperato. per lui questa votazione va oltre il suo significato, diventa ragione di sopravvivenza. Se infatti ora è un leader senza partito, se non vincesse le primarie sarebbe senza partito e nemmeno più leader. Intanto ieri, a questo proposito, è arrivato anche il «no» al Listone di Bertinotti, che ha subito affermato che «la collocazione di Prodi nelle liste del centrosinistra è un problema che riguarda lui e le forze politiche che fanno riferimento all'Ulivo». Quindi, sono fatti suoi. Insomma Prodi, con questa nuova legge elettorale sembra diventato una scomoda «zavorra» per il centrosinistra che o non sa dove metterlo e lo sente come una minaccia. Giu.Cer.