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A sinistra c'è già un altro nemico La riforma della par condicio

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In effetti, proprio ieri Silvio Berlusconi è tornato sull'argomento: «Una riforma della par condicio? — ha osservato — ne parliamo dopo l'approvazione della legge elettorale, voglio avere il consenso di tutte le forze della coalizione». E la conferma che il tema sia sul piatto viene anche dal ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini. «Quella della riforma della legge sulla par condicio — ha spiegato — è un tema all'ordine del giorno. L'Udc deciderà la sua posizione al termine di una riflessione approfondita negli organismi interni del partito». La questione, in effetti, è tutta politica. Sulle modifiche tecniche c'è già da tempo una base di accordo a partire dalla proposta di legge sulle regole sulla comunicazione politica siglata dagli azzurri Lucio Malan e Antonio Palmieri e depositata a Palazzo Madama, integrata con una «bozza» approvata da An e messa a punto da Alessio Butti. Se dovesse arrivare l'intesa politica, quindi, fanno notare fonti della maggioranza, si potrebbe partire con la prima lettura al Senato. Il punto è, però, convincere tutti i partiti della maggioranza a sostenere un testo che potrebbe prevedere, tra l'altro, tribune politiche almeno in parte proporzionate al «peso» dei partiti, possibilità di fare spot elettorali sulle reti nazionali e affissioni di cartelloni elettorali anche negli ultimi trenta giorni di campagna. «Il lavoro istruttorio — conferma Malan — ormai è stato fatto e ora serve l'assenso dei leader». La stessa osservazione che viene dal suo collega di partito Palmieri: «Il testo c'è — fa sapere — ora sono i leader che devono trovarsi e decidere». Il centrosinistra comunque già va all'attacco delle possibili modifiche. «Io — allarga le braccia Romano Prodi — non mi stupisco di nulla: c'è la legge elettorale cambiata a fine legislatura, qualcosa di incredibile, cambiata contro la volontà di tutti. Quanto alla par condicio, si chiama così perchè vuol dire: "Ragazzi, prima delle elezioni è giusto che siamo tutti pari". E loro la tolgono. Ma nonostante questo noi vinciamo lo stesso, questa è la cosa più straordinaria: possono cambiare ogni aspetto della legislazione, mettere tutti i soldi che vogliono nella campagna elettorale, ma gli italiani sono stanchi di loro e votano per noi». Ma c'è comunque allarme per quello che il diessino Giuseppe Giulietti definisce il «pericolosissimo disegno» di Berlusconi e il Pdci Pino Sgobio chiama «l'ennesimo golpe» del Cavaliere.

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