Niente Ici alle chiese, stop al decreto legge
Lo ha comunicato nell'Aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi spiegando che il governo rinuncia al provvedimento perché la Commissione Bilancio di Montecitorio non è stata in condizione di esaurire l'esame del testo, visto che il ministero dell'Economia non le ha trasmesso tutte le informazioni richieste. In considerazione della imminente scadenza del testo, dunque, l'unica soluzione è rinunciare al decreto. È possibile che una decisione di questo tipo possa essere recuperata in Finanziaria. E proprio la Manovra è terreno di battaglia. «Ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente», individuando insieme alle parti sociali forme e modalità; dare al taglio dell'1% sul costo del lavoro un carattere «selettivo e non generalizzato», favorendo i settori più in crisi. E poi, recupero del fiscal drag a «fini solidaristici», destinando le somme al sostegno dei redditi più bassi. Queste - secondo quanto si apprende - alcune delle principali proposte che Cgil, Cisl e Uil avanzeranno a Governo e Parlamento e che domani mattina saranno illustrate alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Le tre confederazioni, infatti, hanno messo a punto un documento (una decina di pagine) dove si ribadisce il giudizio fortemente critico sulla manovra del Governo contro la quale è già stato proclamato uno sciopero generale di quattro ore per il prossimo venerdì 25 novembre. Nella premessa i sindacati denunciano in particolare l'assenza di un metodo di dialogo e di confronto con le parti sociali. Seguono poi i capitoli sui quali per Cgil, Cisl e Uil bisogna intervenire: l'emergenza sociale e quella occupazionale, l'emergenza abitativa, il Mezzogiorno, il caro prezzi e il caro-tariffe, la tutela dei redditi a partire da quelli delle famiglie monoreddito. Alla fine, un capitolo sul reperimento delle risorse per coprire i vari interventi. In particolare, i sindacati chiedono più risorse per finanziare il fondo ammortizzatori sociali, sostenere le aziende in crisi, consentire il rinnovo dei contratti pubblici. Chiedono inoltre l'introduzione di forme di fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, favorendo soprattutto chi investe e chi crea nuova occupazione. Si insiste poi sull'istituzione di un fondo per gli anziani non autosufficienti e sulla rivalutazione delle pensioni. Per quel che riguarda la riduzione del cuneo fiscale che grava sul lavoro dipendente, Cgil, Cisl e Uil non indicano una soluzione dettagliata, ma si limitano a sottolineare la necessità di tale misura; anche se il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, avrebbe voluto proporre la detassazione degli aumenti salariali per tre anni. Sul taglio dell'1% del costo del lavoro nel 2006, inoltre, chiedono che la misura non sia un'agevolazione a pioggia, ma un intervento selettivo in grado di aiutare effettivamente i settori più esposti alla concorrenza, come ad esempio quello del tessile-abbigliamento. I sindacati, infine, esprimono anche una forte preoccupazione per gli effetti che la cosiddetta 'tassa sul tubò (quella sulle grandi reti del settore energia) potrà avere sull'andamento dei prezzi e delle tariffe. E sul fronte del reperimento delle risorse insistono su quella che per loro è la strada principale da percorrere: aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, allineandola alla media dei paesi dell'Unione europea.