L'Unione si pente: «Abbiamo sbagliato»
Molte certezze sono svanite davanti ad una maggioranza che fa «squadra». Prodi: «Siamo impotenti»
Rutelli parla di «passo indietro», Mastella è furibondo perché rischia più di tutti, mentre Arturo Parisi è più scontroso del solito. Anche Prodi, da lontano, si sente in dovere di scrivere ai parlamentari dell'Unione, delusi e accasciati sui divani del Transatlantico, esortandoli a «uno scatto di fiducia e di ottimismo», pur riconoscendo che «noi, voi, siamo in questo momento di fatto impotenti...». Già, impotenti. L'Unione si lecca le ferite il giorno che conferma il flop. Tutte le certezze che aveva sulla partita della legge elettorale, sono svanite. Diessini, Dielle, Verdi, bertinottiani, mastelliani e Comunisti italiani pensavano che la Cdl si sfaldasse sul voto segreto, perdendo pezzi da tutte le parti e invece la maggioranza ha retto monolitica, andando sotto solo sul tema trasversale ma spinosissimo delle «quote rosa». Pensavano ad un drappello di «franchi tiratori», soprattutto nelle file di Lega e Udc. E invece ci sono state defezioni ma nell'Unione. E pensare che qualcuno pensava già di avere tutto l'Udc di Follini sul punto di traghettare a sinistra. E invece l'Udc è soddisfatto al suo posto, dopo aver contribuito alla vittoria di una «sua» proposta. Si sentivano sicuri di battere il governo con i 5 emendamenti-bomba e gli hanno fatto solo il solletico. Credevano di logorare la maggioranza con l'ostruzionismo, le provocazioni e le accuse in Aula e invece la Cdl è andata dritta per la sua strada senza scomporsi. Insomma, erano sicuri di vincere ma hanno rianimato il centrodestra. Con Fini, Casini e Berlusconi, mai «squadra» come adesso. Per Prodi, dopo la manifestazione tiepida di domenica, un disastro di immagine. E nelle file dell'Unione si fa strada la sensazione di sentirsi «perdenti». «Che facciamo adesso? Faremo di necessità virtù», sospira Beppe Fioroni della Margherita, uno dei più ottimisti di due giorni fa. E confessa che si butteranno a cercare una soluzione per uscire dall' impasse. «Subito una decisione sulle liste, su Prodi, su tutto». E poi lancia la sua frecciata alla Cdl: «Non li facevo così dignitosi, i gladiatori di Berlusconi». Se il senatore diessino Franco Debenedetti ammette che adesso la «Cdl ha ripreso il possesso della palla ed ha fatto goal», Franco Grillini sempre Ds, è simpatico: «Berlusconi? Ha sette vite, come i gatti. E ogni tanto si rianima...». Fa autocritica: «L'Unione ha sbagliato a dare un'immagine strafottente di sicurezza. Come sarebbe anche sbagliato ora dare per scontata la rinascita del centrodestra». Ma la certezza di vincere le elezioni non è più una certezza per l'Unione se anche il più provocatore della coalizione, Roberto Giachetti (Dl), che ieri ha mostrato un cartello di contestazione della legge proprio sulla testa del presidente della Camera, si è ben guardato però da esporre quello con su scritto: «Tanto perderete». Meglio evitare.