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Rotondi: «Ci salveremo con alleanze locali»

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Anzi penso che come Democrazia Cristiana, ci dà una grande centralità». Gianfranco Rotondi leader della Dc ostenta tranquillità, anzi sostiene che lo sbarramento al 2% offre un'opportunità al partito. Non è un capestro per le liste minori il tetto del 2%? «Per noi non lo è. Prima di tutto perchè siamo sicuri di raggiungere questa soglia. Se si prende come riferimento il risultato delle regionali, la Dc ha ottenuto 200.000 voti e si è presentata in sei regioni. Mancavano quelle regioni nelle quali i sondaggi ci davano risultati ancora più importanti come la Lombardia e il Veneto». Ma mettiamo che non raggiungete il 2%, che fate? «Anche questa eventualità non ci preoccupa. Possiamo fare liste con altri partiti politici affini. Quale partito rifiuterebbe chi porta in dote un minimo di 200.000 voti? Va considerato anche che i partiti più grandi sono minoritari in alcune regioni dove invece noi possiamo contare su una presenza più solida». Un esempio? «In Umbria Alleanza Nazionale e l'Udc non sono molto presenti. In alcune regioni si possono fare degli accordi tecnici. Quanto poi alle ripercussioni che questa legge avrà sui due schieramenti e sull'esito delle elezioni politiche del 2006, penso che il centrosinistra continuerà a essere favorito». Come mai è così sicuro della vittoria di Prodi? «Il centrosinistra è favorito per il semplice fatto che ha portato avanti una politica di allargamento della coalizione mentre la Cdl ha puntato a rafforzare i partiti maggiori. Chi voleva schierarsi con il centrodestra è stato messo alla porta. La strategia è quella che indicava fino a ieri Follini: ovvero che a sinistra ci sono tanti nanetti mentre la Cdl poggia su quattro gambe robuste, Forza Italia, l'Udc, An e la Lega. Noi abbiamo replicato che l'Italia dei nanetti esiste da sempre. Quindi mi sembra naturale che la Cdl che ha sposato una strategia di potenziamento invece che di allargamento, sia sconfitta alle prossime elezioni». Insomma anche la Dc sta per saltare il fosso? «No. Io resto convinto che l'alleanza privilegiata della Dc è con il centrodestra. Prima di tutto per il fatto che i nostri deputati sono stati eletti con Berlusconi e poi per una ragione politica. A fronte di una sinistra che governa le maggiori città e ha in mano la quasi totalità della stampa nazionale, è necessaria la presenza in parlamento di forze qualificate che bilancino questo potere. Inoltre il proporzionale dà alla Dc una grande possibilità». E quale? «Sul territorio il centrosinistra è molto radicato. Il maggioritario è partito con tutti i partiti storici schierati con il centrosinistra. La Cdl invece è una bolla speculativa che si poggia solo sulla forza di Berlusconi. Tranne Alleanza Nazionale tutto il resto a destra è virtuale. Ecco quindi che qui si inserisce il ruolo della Dc. La grande partita che la Dc può giocare è quella sul territorio. Il Parlamento ci interessa relativamente. La nostra proposta politica è rivolta al territorio». L.D.P.

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