L'IRA DEI DS
Violante: vi stanno militarizzando
«Sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale — ha annunciato Casini all'Unione — e ora procederei attingendo dai tempi attribuiti ai gruppi». Il centrosinistra, però, ha iniziato a protestare e ha chiesto di avere altro tempo per parlare. Casini ha spiegato di aver sempre rispettato il diritto di parola di tutti, ma che in questo caso non si tratta di interventi nel merito, ma lo scopo, in buona sostanza, è il filibustering. Tra i banchi del centrodestra scoppia un fragoroso applauso. «Non ho bisogno di applausi — si è schermito a quel punto il presidente della Camera — anzi mi danneggiano...». A quel punto ha preso la parola il presidente dei deputati azzurri, Elio Vito. «Questi sono i tempi contingentati più lunghi della storia della Repubblica — attacca — e poi non capisco perché andiate avanti con l'ostruzionismo se avete detto che le leggi elettorali non si approvano a fine legislatura: volete approvarla a gennaio?». «Dovreste apprezzare — provoca ancora Vito — la generosità del presidente della Camera, a noi la scorsa legislatura non è capitato un presidente altrettanto generoso...». Applausi ironici dal centrosinistra con Casini che di nuovo alza le spalle e si fa sfuggire un : «Non magnificate troppo le mie doti...». Vito è ormai lanciato e conclude rimproverando l'Unione: «Se usate male il vostro tempo poi ne accettate le conseguenze...». A quel punto il capogruppo dei Ds ed ex presidente della Camera Luciano Violante non ci vede più. Afferra il microfono è attacca, fra i fortissimi applausi di tutto il centrosinistra, l'esame di una legge elettorale che «non si è mai fatto così senza interventi della maggioranza su un testo che è indifendibile. È una vergogna! Vi rendete conto che è la terza volta nella storia della Repubblica che si discute una legge elettorale nazionale ed è la prima volta che si discute di una legge senza nessuno della maggioranza che dica una parola in difesa di questa legge?». Subito dopo il capogruppo dei Ds si è rivolto direttamente ai banchi della maggioranza, alzando la voce: «Vi stanno militarizzando», dice, ricordando anche che il presidente del Consiglio, ieri presente a Montecitorio per tutta la giornata, «non è mai venuto in aula, se non per difendere l'onorevole Previti o per il falso in bilancio». Poco dopo è arivata la replica di Berlsconi: «Se non ero in Parlamento è perché governavo. Io ho governato ed il Parlamento ha fatto le leggi, ognuno ha le sue funzioni».