Tassa sul tubo verso la modifica
Sul tavolo la modifica prefigurata da Giulio Tremonti della cosiddetta tassa sul tubo contenuta nella Finanziaria, dopo le critiche di Snam rete gas e Terna, cioè dei due principali destinatari del provvedimento, oltre che dell'Autorità per l'energia e dell'Antitrust. Allo studio due ipotesi: estendere l'aumento della tassa erariale sull'occupazione del suolo pubblico - già previsto per le «grandi» reti di trasmissione - alla distribuzione (e cioè alle reti cittadine), alle autostrade e alle telecomunicazion. Oppure riscrivere completamente l'articolo 42 della manovra 2006, magari utilizzando parte del lavoro svolto dalla commissione Valducci nei mesi scorsi, istituita dal ministero delle Attività produttive per fronteggiare il caro petrolio. Quel che è certo è che alla fine il risiko dell'energia dovrà portare nelle casse dello Stato 2,5 miliardi di euro e cioè il gettito previsto della tassa sul tubo. Se si sceglierà l'estensione della tassa sul tubo anche alle municipalizzate (oltre che ad altri settori, tra cui strade e tlc) la via potrebbe risultare molto accidentata, con una prevedibile moltiplicazione di ricorsi già minacciati dalle società titolari delle grandi reti di trasmissione.