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La sinistra frena: «Ma non appoggiate la Cdl»

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L'Unione corregge la rotta, dopo le critiche rilancia. Fassino: «Luca non ha difeso la legge elettorale»

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L'apertura al proporzionale e la critica al sistema maggioritario hanno scatenato una ridda di ipotesi, con entrambi gli schieramenti che hanno dato interpretazioni divergenti. Così mentre la Cdl vede un ritorno del feeling tra Montezemolo e Berlusconi, la sinistra vede una possibile discesa in campo del leader degli industriali. Sicchè ieri da Montezemolo è arrivata una presa di distanza. «Io ho un solo impegno che intendo onorare fino al termine del mandato: quello che ho preso con gli imprenditori italiani di guidare la confindustria fino al 2008. Mi hanno eletto per questo. E per questo continuo a escludere un mio interesse per la politica. Non scenderò in politica». Montezemolo lo chiarisce sgomberando il campo dal rischio di interpretazioni sbagliate legate alla presa di posizione, come presidente di confindustria, su finanziaria e riforma elettorale. «Noi guardiamo - dice riferendosi alla finanziaria - al merito delle scelte compiute. E questa rimane una manovra equilibrata, responsabile, che non distribuisce risorse a pioggia, che lancia un piccolo segnale al sistema delle imprese, che difende la tenuta della finanza pubblica». Il progetto del grande centro? «Una ipotesi che non esiste». Intanto anche da sinistra arriva una correzione di tiro. Dopo le critiche con cui gli esponenti del centrosinistra hanno bocciato a caldo l'apertura di Montezemolo al proporzionale (il diessino Angius ha parlato di dichiarazione «tartufesca» mentre il leader di Rifondazione lo ha accusato di «sbagliare direzione»), ieri è arrivata l'inversione di rotta. L'Unione si è accorta che ponendosi su una posizione polemica avrebbe consegnato la Confindustria allo schieramento del centrodestra. Così ecco il segretario dei Ds Piero Fassino che dice: Montezemolo «non ha affatto dato sostegno alle riforme che propone il governo. Ha solo detto che questo maggioritario non gli piace, ma è stato molto severo nel criticare la decisione di cambiare la legge elettorale». Quindi, secondo il segretario dei Ds, siamo di fronte «o a un equivoco oppure a una interpretazione strumentale delle sue parole». E Romano Prodi offre un'interpretazione sulla stessa linea. «Il discorso di Montezemolo è chiaro: c'è il maggioritario, ma non siamo felici del governo». «Noi vogliamo stabilità - continua il leader del centrosinistra - e la stabilità può essere interpretata bene o male, ma è di per sè un valore. Anche se governa Berlusconi». Dalla Margherita, Franco Monaco, vicepresidente dei deputati, afferma che la Cdl «non trovando nessuna sponda esterna a una riforma elettorale indifendibile perchè regressiva, partigiana e di sicuro foriera di frammentazione e instabilità, cerca di intestarsi strumentalmente Montezemolo». Monaco ritiene che il discorso del presidente della Confindustria non sia da considerarsi come un assenso al tentativo del centrodestra di tornare al proporzionale. «Montezemolo - sostiene Monaco - ha sì espresso riserve sull'attuale maggioritario, ma da un punto di vista e con motivazioni esattamente opposti alla ratio della riforma elettorale della Cdl. Riforma apertamente bocciata dai giovani di Confindustria». «E poi - conclude Monaco - Montezemolo non è il Vangelo. È un imprenditore illuminato, ma non immune dalla antica tentazione di tifare per una politica debole e quindi più condizionabile».

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