di ELISA DI SALVATORE SI VA avanti.
Nonostante dicano in sintesi le stesse cose e soprattutto «vogliano» tutte contare di più in Parlamento, dove da anni puntano a far sentire di più la loro voce, le donne degli opposti schieramenti non riescono a fare una proposta unitaria. Dopo l'ultima mediazione con i leader dei loro partiti, quelle della Cdl hanno depositato l'emendamento alla riforma elettorale sulle «quote rosa», prevedendo l'alternanza di una candidata ogni due uomini. Ma il centrosinistra non ci sta e chiede di più. «È una proposta al ribasso quella della Cdl - commentano le parlamentari dell'opposizione - inferiore al criterio votato dalla maggioranza per le elezioni europee». «È un passo indietro», ribadisce Beatrice Magnolfi (Ds). «Non è rispettoso delle Direttive Europee sul riequilibrio della rappresentanza nelle istituzioni», aggiunge un'altra diessina, Sesa Amici. «Ci rendiamo conto che per le donne del Polo è un cammino tutto in salita - incalza la senatrice Cinzia Dato, della Margherita -. Il premier Berlusconi non solo dovrà dire a molti che non ci sarà posto per tutti alle prossime elezioni, ma ad alcuni di farsi da parte per fare eleggere al loro posto una donna. La vedo proprio dura per le donne della CdL». Un ultimo passaggio, quello delle donne di centrodestra, che sembra un espediente per intascare almeno un «sì» dalle colleghe del centrosinistra su una riforma elettorale che l'opposizione rifiuta in toto. «Ma svendendosi e procrastinando ad un lontano 2011 un'alternanza di 2 a 1, non possono averci a fianco», concordano le donne dell'Unione. L'Unione ha adottato il principio della piena parità con il 50% delle candidature femminili già alle Europee. L'obiettivo di tutte è quello di mirare alla piena attuazione dell'articolo 51 della Costituzione, per il quale si è battuto il ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, che ieri ha rivolto un nuovo invito alle colleghe: «Non perdete questa occasione». L'emendamento, firmato da tutte le donne del centrosinistra ed anche quello della solitaria Chiara Moroni (Nuovo Psi) introduce l'alternanza di 1 a 1, realizzando il pieno riequilibrio con il 50% di donne nelle liste elettorali. «E se questo obiettivo non sarà immediatamente raggiungibile - sostiene la Amici - ci si potrà attestare sulla percentuale delle raccomandazioni europee, una presenza femminile non inferiore ad un terzo». L'unico punto su cui però sembrano concordare è la richiesta di avere in aula, per questo emendamento, il voto palese e confidano nella sensibilità del presidente della Camera per ottenerlo.