Confindustria, scatta l'allarme Bertinotti

L'apertura del presidente degli industriali Luca di Montezemolo, in modo inaspettato, al proporzionale, è stato interprepato dalla sinistra e dalla Cdl come un chiaro segnale a spostare l'asse politico al centro, in senso marcatamente moderato e centrista. All'interno di Confindustria fanno notare il filo che collega le parole di Montezemolo a quelle dell'ex commissario europeo Mario Monti. Il primo ha aperto di fatto il dibattito sul grande centro e ora Montezemolo torna sul tema proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sulla legge elettorale. Non per niente la posizione pro porzionale del presidente della Confindustria, ha creato sconcerto tra i vertici dell'Unione anche se le «seconde file» si sono affrettate a dire che questo non vuol dire un rinnovato feeeling tra Montezemolo e Berlusconi. E a questo non ci credono nemmeno dentro Forza Italia. A via dell'Umiltà sostengono che si tratta di un esplicito altolà a Prodi più che la mano tesa al premier. In sostanza, ed è anche quanto chiosano a viale dell'Astronomia, il presidente della Confindustria parlando di maggioritario che non funziona e di veto delle frange estreme che impediscono la governabilità del Paese, ha voluto indicare a Prodi la strada da seguire: che è quella di una coalizione spostata al centro. Il che vuol dire mettere fuori gioco Bertinotti. Vorrebbero un governo di sinistra non molto diverso dal centrodestra che avrebbero voluto e che non è stato, dicono da Rifondazione. L'obiettivo di Confindustria, stando alle interpretazioni che sono state date delle parole di Montezemolo, è di condizionare il centrosinistra lanciando un messaggio chiaro: questo è il governo che vogliamo. Quanto alle richieste confindustriali sono note: nessun stravolgimento della legge Biagi, maggiori risorse alle imprese, fiscalità di vantaggio al Mezzogiorno e passaggio del controllo sulla concorrenza dalla Banca d'Italia all'Antitrust. La prossima maggioranza avrà numerosi nodi da sciogliere a cominciare dalla ricostruzione della credibilità della Banca d'Italia. In che modo il caso Fazio può condizionare il rapporto tra banche e imprese? si chiedono gli imprenditori che temono un immobilismo nel sistema bancario. Montezemolo ha voluto fissare i paletti per il prossimo governo. Il presidente degli industriali sa di poter contare sulla sensibilità e sull'«amicizia» di personalità di destra come di sinistra. Non è un caso che prima del suo discorso sulla legge elettorale a Capri, abbia riunito attorno a un tavolo il presidente della Camera Casini e il segretario dei Ds Piero Fassino. A sinistra Montezemolo può contare su Enrico Letta, Pierluigi Bersani, Francesco Rutelli e Linda Lanzillotta molto vicina soprattutto agli industriali romani. Con la Margherita i contatti sono molto fitti. Nella Cdl è di antica data la sua amicizia con Casini ma può anche contare sulla vicinanza di Gianni Letta e del senatore di Forza Italia Giampiero Cantoni. In Alleanza Nazionale, Montezemolo, ha un punto di riferimento in Gianni Alemanno. All'interno di Forza Italia le dichiarazioni sul proporzionale del presidente confindustriale sono state lette anche in un'altra chiave. Che Montezemolo voglia porsi come punto di riferikento di un'eventuale Grande Centro qualora Prodi fallisse il suo mandato?