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Al Senato dimenticati gli italiani all'estero

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Ma l'analisi dell'ufficio studi del Senato non è stato distribuito. Fortunatamente. Peché contiene un clamoroso errore: non tiene conto dei prossimi parlamentari eletti all'estero. Oggi il Senato, infatti, è composto da 315 parlamentari. Nela prossima legislatura però solo 309 saranno votati in Italia: sei, infatti, saranno eletti dai nostri connazionali nel mondo, come stabilito dalla recente riforma varata sotto la spinta del ministro Tremaglia. L'analogo studio della Camera, invece, calcola il nuovo emiciclo escludendo i dodici deputati che saranno scelti fuori dai confini nazionali. Non solo, ma a Montecitorio hanno escluso dai calcoli anche un tredicesimo esponente. Si tratta di quello che dovrebbe essere eletto in Valle d'Aosta (dovrebbe andare come sempre all'Unione Valdotaine) e non previsto dall'attuale testo della riforma, tanto da far scattare le critiche del Quirinale. Tuttavia, la simulazione fatta dagli uffici del Senato, che si basa su dati delle scorse Europee, prevede - seppur «viziata» - un caso interesssante: il quasi pareggio. Infatti, con la nuova legge elettorale se i risultati fossero gli stessi delle scorse Europee, l'Unione vincerebbe per un solo seggio. La sfida tra i due poli finirebbe 152 a 151 per il centrosinistra. Che così si aggiudicherebbe il premio di maggioranza salendo a 170 senatori. Ma comparando lo studio di Palazzo Madama con quello analogo di Montecitorio, emerge un'altra possibile situazione: ovvero che alla Camera ci potrebbe essere una maggioranza (centrodestra) e al Senato un'altra (centrosinistra). Un caso analogo si verificò nel 1994, quando Berlusconi ottenne una larga maggioranza a Montecitorio ma non raggiunse i numeri necessari al Senato dove riuscì a passare per pochi voti di eletti nel terzo polo centrista (tra cui Grillo e Tremonti). F. D. O.

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