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L'Unione litiga anche in piazza

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Il cattolicesimo democratico in Italia è sempre stato minoritario». Il candidato alle primarie e leader dell'Udeur Clemente Mastella, nel giorno della manifestazione che l'Unione ha organizzato contro il governo, ci tiene molto a mettere in guardia il Professore dal prendere posizioni troppo estreme su questioni che riguardano la Chiesa, se non vuole vanificare il vantaggio su Berlusconi. Non pensa onorevole che la manifestazione del centrosinistra sia un modo per dare l'affondo contro il governo Berlusconi, la sua legge finanziaria e quella elettorale? «Io ci sarò e penso che se si metterà più l'accento sulla battaglia contro la finanziaria la manifestazione avrà un grande successo. Perché la legge finanziaria tocca l'economia della famiglia, i problemi reali degli italiani. La legge elettorale invece per lo più interessa ai politici. È un tema che non appassiona l'opinione pubblica, si sente che sono solo alchimie distillate dai politici». Quindi Prodi non conquista consensi se parla del comportamento scorretto di Casini? «Non credo. Quando Casini fa il presidente della Camera, lo fa in maniera super partes, e sono convinto che lo farà anche nell'attraversamento della fase della legge elettorale. Tra Prodi e Casini torni l'amicizia che c'è sempre stata: questo è un bene per tutti. Bisogna sparare sulla legge elettorale, non sul presidente della Camera». Il Professore sostiene che Berlusconi stia facendo di tutto per evitare la «sconfitta annunciata». Fino ad assoldare le gerarchie ecclesiastiche nella battaglia contro il centrosinistra «Non accetto un'idea del genere. Non si può pensare che la Chiesa possa diventare protagonista della politica. Piuttosto sono convinto che a sinistra qualcuno cerchi una rivincita». Che intende dire? «Mi riferisco al tentativo di rivalsa del laicismo dopo la sconfitta ai referendum sulla fecondazione assistita. Vogliono approfittare della debolezza di Berlusconi per far prevalere le idee più antireligiose». Si riferisce anche a Prodi? «Io lo conosco bene però ora quasi non mi sembra più lui. Sta prendendo delle posizioni che rischiano di portarci dritti dritti alla sconfitta». E allora secondo lei perché il Professore ha assunto certe posizione per esempio sui pacs o sull'Ici per gli immobili religiosi? «Questi affondi contro la Chiesa li ritengo proprio sbagliati. Sulla questione dell'Ici si è di fatto ripreso un provvedimento già introdotto dal governo Amato e quindi semplicemente chi lo critica non ha nozioni storico-normative. Penso che il Professore sia circondato da cattivi consiglieri, forse è ora di cambiarli». Onorevole non è seccato del fatto che in piazza parlerà sono Prodi? «No, non mi lamento. Non sono come Bertinotti. Quello che invece trovo proprio inaccettabile è come siano stati distribuiti i seggi per votare. In Umbria con 800 mila elettori ci saranno 400 seggi e in Campania con 6 milioni di persone saranno 700. È un'atto di arroganza». Ma forse si tratta semplicemente di difficoltà organizzative «No, noi c'eravamo proposti per farli. Visto che l'hanno volute queste primarie allora le facciano con serietà. Ora D'Alema e Fassino si preoccupano che Prodi non prenda abbastanza voti e che Berlusconi ne goda. Allora potevano evitare le primarie e questa frantumazione. Berlusconi gode di questa babele». Sil. San.

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