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Comici divisi: andare

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disertare o protestare?

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E saranno tanti. I politici, pure, anche se loro alle volte fanno ridere senza volerlo. Fatto sta che tra i comici è iniziata una sottile guerretta fatta di punzecchiature: andare o no in piazza. Insomma, sembra di riascoltare l'indimenticabile interrogativo di Nanni Moretti in Ecce Bombo: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». «Vengo», si risponde il protagonista Michele. E probabilmente si risponderà così stamattina anche proprio Nanni Moretti quando deciderà di partecipare alla manifestazione di piazza del Popolo. E ha risposto all'appello-invito anche Piero Chiambretti, ci sarà. In un'intervista all'Unità, dopo aver brevemente fatto pubblicità al suo programma tv (che guarda caso si intitola Marchette), spiega che l'attuale proposta di riforma della legge elettorale «è vero che dà molto lavoro alla satira, ai comici e anche ai giornalisti» ma, sentenzia il funambolo torinese, «è ancora più vero che a rimetterci sono i cittadini». Anche Beppe Grillo ha deciso che ci sarà in piazza. E sempre al giornale diretto da Antonio Padellaro, dopo aver pubblicizzato il suo sito internet, avverte: «La legge elettorale e la Finanziaria sono colpettini di Stato». Paolo Rossi ribadisce quanto sia importante scendere in piazza, ma ammonisce: «Anche la sinistra dovrà costruire un progetto culturale forte perché ci hanno trasformato tutti in spettatori». Non sembra apprezzare molto la scelta della manifestazione, invece, Vauro, il vignettista del Manifesto. Che sempre a colpi di carta, risponde ai comici di sinistra con una delle sue piuttosto polemiche. Sul quotidiano comunista di ieri c'è un'evidente polemica. Nel titolo della vignetta si ricorda la recente presa di posizione del leader Prodi contestata dalla sinistra radicale: «Resteremo in Afghanistan». Poi ci sono due persone che parlano. Uno fa all'altro: «Domani vieni in piazza con l'Unione?». E l'altro replica: «No, in Afghanistan». Vauro dunque non ci sarà. E se ci sarà è più probabile che si nasconderà con i no global in qualche luogo della piazza. Giusto per guastare la festa, il Prodi party. La guerra tra satiri di sinistra è già cominciata. E ci sarà da ridere. F. D. O.

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