Billè: «Confcommercio è nel mirino»
Ma soprattutto colpevole del più grave dei reati possibili: amico e acquirente di un edificio dell'immobiliarista Stefano Ricucci. Non che il sanguigno presidente dei commercianti non si sappia difendere. Dopo essere stato esplicitamente additato su Sole 24 Ore e Corriere della Sera per aver comprato «in modo sospetto» la nuova sede della Confcommercio in via Lima, a Roma, ieri Billè ha chiamato i giornalisti e ha svelato i dettagli dell'oggetto dello scandalo. Nessun imbroglio, nè favori top secret a Ricucci. Ma dietro l'attacco mediatico ci sarebbe una inquetante verità: la sua associazione è diventata «scomoda». E adesso che Confcommercio ha un ruolo di primo piano anche nel settore immobiliare c'è chi non vede l'ora di ridimensionarla. I peccati da scontare, fa capire Billè, sono tanti, a partire dalla costituzione di quella Confimmobiliare che ha dato voce a decine di grandi imprese del settore rimaste ai margini del sistema i rappresentanza organizzato dalla Confindustria attorno ai soliti noti dei «salotti buoni» dell'economia nazionale. «Perché - ha detto - ormai è chiaro che l'area immobiliare non si tocca, il Corriere della Sera non si tocca, certe rendite non si toccano, il sistema bancario non si tocca, il metodo di erogazione delle risorse pubbliche fin qui e per decenni seguito non si può e non si deve toccare, etc. etc». Dunque, per come si muove e per quel che rappresenta nel sistema di mercato, ha continuato, «Confcommercio cominciare a dare troppo fastidio ad alcuni cosiddetti tradizionali poteri forti di questo Paese». Dopo il silenzio «doveroso», ha detto, in presenza di indagini della Magistratura che sono in corso su altri fronti, il leader dei commercianti è passato al contrattacco e ha cominciato a querelare. E soprattutto a spiegare come stanno i fatti, per non fare la fine che è toccata al governatore di BankItalia, rimasto sempre zitto se non negli appuntamenti istituzionali (come il Cicr) e anche per questo facilmente linciato sui giornali. Via dunque alle precisazioni, a partire dalla smentita di notizie false, come una presunta indagine della Guardia di Finanza sulle strutture di Confcommercio riportata dal Sole 24 Ore. Billè, dunque, ha difeso il suo operato nella confederazione dei commercianti. «Quando ho preso in mano questa Confederazione questo stato patrimoniale non esisteva quasi più: più buchi che pilastri. Anzi, solo buchi. La Confederazione galleggiava sull'acqua. Oggi lo stato patrimoniale è tornato ad essere più che solido. Quel che occorre ad una confederazione che, per affrontare i complessi problemi di un sistema economico che definire oggi traballante è dir poco, deve prima di tutto avere le spalle ben coperte». In merito al «cosiddetto affare immobiliare, via Lima 51, un brutto affare, oscuro affare, si dice, anche perchè c'è di mezzo un immobiliarista come Ricucci con tutto quel che segue» Billè ha invitato la Magistratura a fare «i suoi accertamenti». ma ha anche precisato che l'operazione è stata fatta dopo aver svolto tutte le verifiche che, a quel momento, erano legittime e necessarie». Le risorse per l'acquito dell'immobile sono state messe a disposizione del presidente in base a precise e non equivocabili delibere statutarie della Confederazione risalenti al 1974 e mai modificate né messe in discussione. Perciò non si tratta di "fondi neri" ma di disponibilità, del tutto legittime, deliberate da organi confederali. Con le stesse somme sono state comprate pure azioni Rcs, già rivendute con il risultato di incrementare le risorse. Nessun favore, infine, nella gara Enasarco, che interessava a Ricucci ma dove Confcommercio non ha alcun diretto potere di intervento.