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«Elezioni anticipate? Fantasie»

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E avverte gli alleati: «Non ci sono ultimatum e la legislatura non sarà interrotta in nessun caso. Ma se il progetto non andrà in porto saranno inevitabili conseguenze politiche nella Cdl». Un messaggio che Berlusconi indirizza in primo luogo a Marco Follini, al quale tende la mano per «riannodare» i fili di un dialogo interrotto da tempo. Berlusconi fa sapere di aver sentito ieri mattina telefonicamente il segretario dell'Udc e che lo incontrerà presto per rilanciare un progetto comune basato «sull'unità e la compattezza», nel tentativo di presentarsi ancora una volta «vincenti» davanti agli elettori. «Follini è immarcescibile, gli faccio gli auguri di continuare a fare politica. È la sua passione, forse l'unica...», esordisce Berlusconi con una buona dose di ironia che poi addolcisce: «Spero che Follini diminuisca la sua carica critica. Gli ho confermato che abbiamo bisogno di unità...». Battendo sul filo conduttore «dell'unità» del centrodestra, difende il presidente della Camera dagli attacchi incrociati provenienti dalla Casa delle libertà e dall'opposizione: «Sono certo che Casini sarà garante non solo dei diritti dell'opposizione ma anche della maggioranza che ha tutti i diritti di presentare proposte di legge. Prodi parla del presidente della Camera con frasi un po' troppo sopra le righe. E ciò è indice di nervosismo...». Berlusconi si mostra conciliante e pronto al dialogo con gli alleati su riforma elettorale e devolution, passaggi cruciali per la maggioranza. Ma è deciso nel mettere alcuni paletti su leadership e durata della legislatura. «Quando si assume un impegno va portato fino in fondo. Sono stato votato da quasi 20 milioni di italiani che hanno fatto una croce sul simbolo della Cdl con Berlusconi presidente, quindi mi ritengo impegnato a portare avanti fino in fondo questa assunzione di responsabilità». Una risposta netta alle voci su una sua rinuncia la mandato e sul rischio di elezioni anticipate nel caso in cui non dovesse passare la riforma elettorale. Ma il presidente del Consiglio spinge la sua leadership oltre l'arco temporale dell'attuale legislatura ammettendo, prima, di non poter «escludere nulla» sull'ipotesi di tenere le «primarie» nel centrodestra. Ma chiarendo, poi, che «normalmente, con un sistema elettorale proporzionale, il candidato premier è il leader del partito di maggioranza relativa della coalizione vincente». Sulla riforma elettorale, Berlusconi ricorda che proprio la sinistra, «quando era al governo, presentò, a tre mesi dalla fine della legislatura, un progetto di nuova legge elettorale che poi ritirò perché non trovò l'accordo al suo interno». La dimostrazione che «le leggi elettorali si fanno negli ultimi mesi della legislatura e non all'inizio per non delegittimare i parlamentari ed il governo in carica. E questa esperienza ci ha portato a ritenere che un sistema proporzionale con garanzie di governabilità sia migliore di un sistema un po' maggioritario e un po' proporzionale». Questo il ragionamento di un Berlusconi deciso ad andare fino in fondo, dopo un lungo periodo di «compromessi» con i suoi alleati.

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