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Casini attaccato dalla Cdl e dall'Unione

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La maggioranza: «Troppo accomodante con l'opposizione». Il centrosinistra: «È schierato»

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E il pronunciamento dell'Aula deve passare via liscio come un meccanismo oliato alla perfezione. A questo Silvio Berlusconi lavora da giorni puntando al percorso netto e senza intoppi. L'obiettivo è quindi quello di eliminare ogni possibile ostacolo. In primis il pericolo «franchi tiratori». L'incognita che più impensierisce Berlusconi, tanto che il premier ha annullato il suo viaggio in Kazakistan per poter «presidiare» i lavori dell'Aula. Altra questione spinosa è quella istituzionale. Ecco allora il Cavaliere assicurare che il Quirinale non avrà alcun rilievo da fare sul provvedimento o sulla devolution, carissima alla Lega. «Non ci sarà nessun messaggio del capo dello Stato alle Camere sulla questione delle riforme», ha puntualizzato il leader azzurro, sottolineando di aver avuto una indicazione in tal senso direttamente dal Colle. E poi c'è la questione Casini. Il presidente della Camera è da giorni sotto il fuoco di fila dell'opposizione che a ogni ora alza il tiro accusandolo di essere un attore e non un garante nella partita della riforma del Mattarellum. La Cdl, ieri, è stata tutta compatta a difendere colui che alla fine sarà alla regia dei lavori parlamentari nei giorni delle votazioni la prossima settimana. Il là viene da Follini che dopo aver incontrato Casini a Montecitorio ha attaccato. «Casini fa il presidente della Camera con scrupolo e correttezza — ha puntualizzato il segretario dell'Udc — e l'aggressione di Prodi si spiega soltanto con la campagna elettorale e con le ragioni della propaganda». Ma subito dopo i presidenti dei gruppi della Cdl hanno attaccato Casini per quello che giudicano una sorta di eccesso di zelo nell'essere accomodante con l'opposizione. «La generosità di Casini — osserva addirittura il capogruppo dei centristi Luca Volontè — è eccessiva perché, non applicando il precedente regolamento usato da Violante e permettendo all'opposizione di continuare a iscrivere persone a parlare, permette all'Unione di occupare il Parlamento per un tempo indefinito. Non si capisce come il centrosinistra possa non dirsi soddisfatto di questa presidenza...». Un puro gioco delle parti per il centrosinistra. Fatto sta che anche Berlusconi si schiera con la terza carica dello Stato. «Sono certo che il presidente della Camera sarà garante non solo dei diritti dell'opposizione ma anche della maggioranza». C'è qualcuno, però, nella maggioranza, che non mette la mano sul fuoco sulla fedeltà dei centristi. «Sono convinto — spiega una fonte leghista — che metà dell'Udc non la voterà». Un modo forse anche per spostare «preventivamente» l'attenzione dal Carroccio nel caso in cui l'Aula bocci il provvedimento. «Noi la votiamo — ragiona infatti la stessa fonte — anche perchè sennò ci incolpano e non ci votano la devolution». Intanto anche a livello tecnico si lavora alle ultime limature al testo che deve arrivare in Aula nel miglior «assetto» possibile. I saggi della Cdl continueranno a lavorare fino a lunedì (martedì, infatti la riforma arriva in Aula) su almeno cinque punti: l'indicazione del premier, le preferenze, la soglia di sbarramento per il Senato, la tutela delle minoranze e le quote rosa. Sul primo punto l'indicazione dovrebbe lasciare il posto alla «proposta» che i partiti fanno al capo dello Stato che è poi colui che, come da Costituzione, indica il premier. Sulle preferenze, invece, l'intesa potrebbe essere sul cosiddetto «lodo Buontempo», preferenze sì, ma solo dal 2011 oppure su un ordine del giorno sull'argomento. In quest'ottica l'emendamento siglato solo dall'Udc potrebbe essere ritirato. Ancora da definire, invece, il livello della soglia di sbarramento (regionale) per il Senato. Ci sarà è ancora da stabilire se al 2 o al 3%.

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