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«Non depositata una telefonata tra me e Consorte»

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Il Guardasigilli: parole estremamente gravi, sarà mio compito andare a fondo

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Di tutta risposta, il ministro della Giustizia Castelli definisce le affermazioni di Cossiga «estremamente gravi» e preannuncia che avvierà accertamenti sul caso. «Le intercettazioni disposte dalla Procura di Milano mi preoccupano - ha detto Cossiga - perché sono delle autentiche mascalzonate. I Pm di Milano hanno depositato alcune telefonate tagliando alcune parti relative al governatore della Banca d'Italia Fazio e ai suoi familiari». Il senatore a vita - sempre nel corso della registrazione di «Porta a porta» alla quale era presente Antonio Di Pietro - ha rivelato di aver «fatto apposta» una telefonata a Consorte: «Perché non è stata depositata la telefonata che ho fatto a Consorte dicendogli che Fazio era favorevole alla scalata di Unipol su Bnl? Per i pm di Milano prendersela con il Governatore e con me passi, ma prendersela anche con D'Alema è cosa un po' pericolosa. I magistrati milanesi hanno dimostrato di essere forti con i deboli e deboli con i forti». Castelli ha rilevato che «le affermazioni fatte dal senatore Cossiga sono estremamente gravi» e che sarà compito del Guardasigilli «approfondire». «Nel caso delle intercettazioni disposte dalla Procura di Milano sembrerebbe che siano state tutte trascritte, invece Cossiga dice che non è cosi». Dopo aver assicurato che provvederà a chiarire la vicenda, Castelli ha fatto notare come in passato ci fosse un «sistema più rozzo» per far arrivare le intercettazioni telefoniche ai giornalisti: «Il magistrato chiamava il giornalista amico e gli passava le intercettazioni che gli interessavano. Oggi, invece, usiamo un sistema più raffinato: i magistrati, nelle motivazioni della decisione, trascrivono quelle parti che a loro interessano» parti che quindi favoriscono una «strumentalizzazione». Allo stesso tempo però - ha fatto notare il Guardasigilli - c'è chi trascrive tutto e «sottopone ad una gogna mediatica le persone che non c'entrano nulla», come accaduto nel caso dell'inchiesta Antonveneta con le telefonate «spiate» tra Anna Falchi e il marito Stefano Ricucci.

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