Gli artigiani promuovono la Finanziaria
Basso (Casartigiani): «Accolte molte richieste. Recuperare Tremonti è stato positivo»
è questo il giudizio sulla manavra espresso da Casartigiani, una delle associazioni più rappresentative del mondo artigiano. «Nonostante le poche risorse disponibili - spiega il presidente dell'organizzazione, Giacomo Basso - il governo ha deciso di agire sulla riduzione degli oneri contributivi e non sul taglio dell'Irap, che avrebbe potuto creare discriminazioni tra piccole e grandi imprese. Ed altrettanto apprezzabili sono i minori oneri Inail, i sostegni ai distretti industriali, la destinazione del 5 per mille alla ricerca, i rimborsi per i risparmiatori penalizzati dai grandi crac finanziari con i proventi dei conti correnti silenti...». Dunque tutto bene? Gli artigiani sono soddisfatti? «Andiamo per ordine. Questa Finanziaria contiene molti elementi positivi. Ma anche qualche punto che non ci ha convinto fino in fondo. L'idea di costituire una Banca del Sud, per esempio, se raccoglie una forte esigenza di credito delle imprese del Mezzogiorno, dall'altro sembra troppo complessa e inefficace rispetto al potenziamento degli strumenti che ci sono già, come i Confidi e Artigiancassa. Sia chiaro: per le imprese non è problema nominale. Non serve che una banca si chiami del Sud o del Nord. Quello che conta è che il credito arrivi a tassi adeguati e in tempi certi». Gli anni scorsi, quando c'erano più soldi, siete stati molto più critici... «È vero. Ma anche se può sembrare paradossale, la mancanza di denaro può essere un elemento positivo se si affina l'ingegno e si spendono bene le risorse che ci sono. D'altra parte, con poche eccezioni, persino l'Opposizione non ha avanzato grandi critiche. Evidentemente aver recuperato Tremonti è stato un fatto positivo». Gli enti locali sono a pezzi... «La sforbiciata ai Comuni è preoccupante. Però non c'è dubbio che può stimolare le autonomie locali a ridurre gli sprechi. Detto questo, nessuno vuole nascondere che questo è un Paese con undici milioni di persone a rischio povertà. E tra questi ci sono tanti piccoli artigiani per i quali in futuro bisognerà fare ancora di più». Qual è la situazione del settore? «Le piccole imprese hanno tenuto in piedi l'economia di questo paese, nonostante anni durissimi e la progressiva assenza della grande industria. Adesso, però, molte tra le aziende più piccole sono in fortissima difficoltà. I fatturati si sono ridotti e tra vincoli burocratici, oneri fiscali, deficit di infrastrutture e costi del credito, tirare avanti è sempre più dura». Sul Trattamento di fine rapporto intanto il governo ha preso altro tempo. «Si è rinviata la riforma di un mese. E allora? Siamo di fronte a una delle più importanti novità per il futuro dei lavoratori. Perchè correre? Sul Tfr invece bisogna procedere con i piedi di piombo e garantire la necessaria sicurezza sociale. Un mese in più o in meno non sposta niente».