TRE ANNI DI LOTTE
La sinistra scopre come è difficile portare gente in strada
Da qualche anno, le manifestazioni dell'opposizione soffrono. Forse perché sono troppe, forse perché troppo a ripetizione. Ma l'ombra del flop è sempre dietro l'angolo. L'era dei cortei dell'Ulivo all'opposizione si apre timidamente il 2 marzo del 2002: in piazza a Roma contro il governo Berlusconi. Su richiesta di Nanni Moretti che giusto un mese prima ne ha dette di tutti i colori contro il vertice del centrosinistra. La questura di Roma stima una presenza in piazza San Giovanni di poco più di 120 mila persone. La capienza massima della piazza, secondo la stima di precedenti manifestazioni, è di 130 mila persone, ma l'Ulivo parla di 500 mila persone. Poco dopo arriva la risposta di Cofferati: contro l'articolo 18, il 25 marzo 2002, in piazza ci sono tre milioni di persone. Il 18 ottobre dello stesso anno la prima flessione in occasione dello sciopero generale proclamato dalla Cgil col sostegno dei Ds contro il patto per l'Italia firmato dalle altre due sigle: un milione in piazza secondo la Cgil, molto meno della metà secondo le altre due sigle. Il 22 marzo del 2003 due cortei contro la guerra sfilano nel pomeriggio a Roma, non essendo stata trovata un'intesa per un'unica iniziativa tra gli organizzatori. A Piazza del Popolo una manifestazione dell'Ulivo, alla quale, per gli organizzatori, prendono parte 50 mila persone, mentre il corteo promosso dal comitato «Fermiamo la guerra», secondo i partecipanti al corteo aderiscono 70 mila persone. Nel maggio del 2004 l'opposizione cavalca lo sciopero degli statali, che chiedono aumenti dell'8%, ma le manifestazioni di piazza sono un flop per ammissione degli stessi sindacati, che avevano previsto una presenza in piazza di circa 300 mila persone: ce ne saranno, di nuovo in piazza San Giovanni a Roma, solo 60 mila. Il 4 giugno è la volta del corteo per la pace anti-Bush. La manifestazione è ancora un flop: appena 6.000 persone per strada, di cui 4.000 venute da fuori Roma. La sinistra dice che sono oltre 100 mila. Il 30 novembre 2004 per evitare il flop si propone la manifestazione multipla: in contemporanea in 80 città. Cgil, Cisl e Uil parlano di «milioni di lavoratori in piazza» nelle 80 manifestazioni organizzate nelle principali città, il Viminale stima che sono stati in totale 206.800 i partecipanti.