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IL RETROSCENA

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Sul Listone

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Non è un caso, infatti, che le affermazioni che più di ogni altra (anche di quelle degli stessi prodiani) si sono spinte a prevedere lo scenario nel centrosinistra, in caso di ritorno al proporzionale, siano state quelle di due luogotenenti storici dell'ex-premier diessino, e cioè Giuseppe Caldarola e Gavino Angius. Una posizione che potrebbe destare qualche stupore, visto che appare molto verosimile che un'eventuale lista del Professore eroderebbe consensi, oltre che ai Dl, anche ai Ds, ma che a più di un osservatore è apparsa perfettamente compatibile con il disegno dalemiano di indebolimento dell'asse Rutelli-Marini, già sintetizzato nella famosa frase delle «reni» da spezzare alla Margherita, pronunciata da D'Alema a Bruxelles in presenza di un esponente Dl, che innescò la risposta a tono del rutelliano Fioroni, sul «mazzo» da fare ai Ds. Evidentemente, per il presidente Ds, il peso elettorale della presenza degli ulivisti in una tornata proporzionale, ricadrebbe quasi interamente sul principale concorrente interno alla coalizione, che si vedrebbe così ridimensionato nei rapporti di forza con il primo partito del centrosinistra. Nel frattempo, però, sembra prendere quota l'ipotesi della candidatura al Senato di Prodi con una riedizione rivista e corretta del Listone, anche perchè questa soluzione riscuoterebbe senza particolari problemi il via del gruppo dirigente della Margherita. Un'ipotesi che è stata rilanciata ieri dal presidente dei deputati della Margherita Pierluigi Castagnetti: se la Cdl approvasse la riforma della legge elettorale, allora il centrosinistra potrebbe presentare liste dell'Unione in tutte le circoscrizioni del Senato. Questa soluzione, secondo l'esponente di Dl, eviterebbe il rischio per i piccoli partiti di non conquistare seggi e risolverebbe anche il problema della candidatura di Romano Prodi, che potrebbe presentarsi come capolista in tutte le circoscrizioni.

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